I fatti risalgono al giugno del '94, poche ore dopo il ricovero i medici
chiesero la donazione degli organi di Rocco (tempo inadeguato per una diagnosi
di sede, estensione e tipo di lesione), padre e madre si opposero, i medici
sostennero di poter superare l'opposizione al prelievo facendo un'autopsia a
cuore battente procedendo al prelievo per trapianto. La Lega Nazionale Contro la
Predazione di Organi scrisse alla Procura ed alla stampa varie comunicazioni,
precisando che l'autopsia a cuore battente su un non donatore era illegale e
criminale, scoppiò la polemica su tutta la stampa nazionale e la cosa morì lì.
Due anni dopo, nel gennaio del '96, il medico presentò atto di citazione contro
la Lega Antipredazione per danno alla propria immagine.
Il procedimento in tutte le sue fasi, dopo 18 anni, si concluse nel maggio del
2013, ma i giudici non trovarono il tempo di precisare che l'autopsia sui non
donatori va praticata secondo legge sui cadaveri in arresto cardio-circolatorio
e respiratorio di 24 ore, quindi non a cuore battente, come può avvenire nei
donatori di organi.