Giornalisti e Associazioni |
COMUNICATO
STAMPA N.13
13-Ottobre-2005
AUDIZIONE IN COMMISSIONE AFFARI SOCIALI DELLA CAMERA
FERMATA LA PDL N. 5083
“Disposizioni in materia di donazione del corpo post mortem a fini di studio e
di ricerca scientifica”
d'iniziativa
dei diessini Battaglia, Bogi, Bolognesi, Giacco, Petrella, Turco e Zanotti
DOPO
ESPIANTI/TRAPIANTI
VIVISEZIONE E TORTURA
ENTRERANNO NEGLI OSPEDALI ED UNIVERSITA'ITALIANE?
I rappresentanti e consulenti della Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi e la Morte a Cuore Battente sono stati ricevuti in Commissione Affari Sociali il 14 luglio dal Presidente della Commissione On. Giuseppe Palumbo (FI) e dai deputati On. Domenico Di Virgilio (FI), Sottosegretario del Ministero della Salute, già presidente dei medici cattolici, On. Cesare Ercole (LNFP), relatore della PDL 5083, On. Tiziana Valpiana (RC) e alcuni funzionari. Sono state depositate preventivamente ampie relazioni.
La presidente della Lega Antipredazione, Nerina Negrello, ha ricordato ai deputati che nella nostra cultura post mortem significa dopo la morte intesa nel senso comune e tradizionale del termine, cioè in presenza di interruzione contemporanea delle due funzioni vitali cardiocircolatoria e respiratoria osservate per 24 ore. Ha stigmatizzato che invece la proposta di legge in esame all'art. 1 introduce la “Donazione del corpo di soggetti dei quali è stata accertata la morte ai sensi della legge 29 dicembre 93 n. 578”. Quale cittadino e quale parlamentare ne conosce i contenuti?
La
L. 578/93 “Norme per l'accertamento e la certificazione di
morte”
tratta
della cosiddetta morte cerebrale a cuore battente, cioè dichiarata nei
“soggetti affetti da lesioni encefaliche sottoposti a misure rianimatorie”
(art.2 c.2) in sole 6 ore sulla base di protocolli
variabili su indicazione ministeriale.
In questo caso il malato è sottoposto a trattamenti di sostegno della vita (sustaining
life treatment), respira, il cuore batte autonomamente, il sangue raggiunge
tutti i distretti del corpo mantenendolo vivo.
Quindi i malati forzosamente dichiarati in “morte cerebrale” non sono cadaveri
su cui fare esercitazioni chirurgiche. Non sono cadaveri né per la biologia né
per la legge, né per l'etica.Per la biologia non lo sono perché i pazienti hanno tutti
i loro organi perfettamente funzionanti. Per la legge non lo sono perché la
normativa recita
“per
cadavere si intende il corpo umano rimasto privo delle funzioni
cardiorespiratoria e cerebrale”
(DPR 285/90, circolare n.
24/93).Per l'etica non lo sono,
perché ciò che respira vive.
La legge 578 nel '93 ha ridefinito la morte trasformando il coma in cosiddetta “morte cerebrale “e quest'ultima in morte assoluta per proteggere espiantatori e trapiantisti. Ridefinizione che ora, nonostante le reiterate condanne scientifiche internazionali, risulta funzionale anche alle mire lobbistiche della ricerca in vivo che vorrebbe estendere su questi malati che hanno perso la coscienza le esercitazioni di nuove tecniche chirurgiche, le sperimentazioni chimiche e radiologiche ed altro in un crescendo criminale.
E' ingannevole nella premessa della PDL la citazione che
porta come esempio la Francia, in quanto i corpi donati alle sale anatomiche
universitarie francesi riguardano morti in arresto cardiaco osservato per 24 ore
e non in cosiddetta “morte cerebrale” come vorrebbe questa proposta italiana. Ci
furono tentativi del prof. Milhaud di introdurre tale pratica in vivo, ma
ottenne da Le Monde articoli di fuoco: “I medici rischiano una incriminazione
per maltrattamenti volontari. Per alcuni medici significa aprire le porte a
Buchenwald”.
In tale premessa invece non
si cita l'Inghilterra dove nessuna legge o proposta di legge riguarda l'uso dei
morenti o dei morti, per studio, insegnamento o ricerca. Barriera totale dopo lo
scandalo all'Alder Hey per gli organi prelevati da morti veri senza il consenso
dei familiari.
Anche in Italia la legge già prevede il rilascio dei
cadaveri a scopo di studio, insegnamento ed indagine scientifica con DPR 285/90
artt. 40-41-42 ereditata del R.D. n. 1592/33. La proposta in esame quindi è
artificiosa e ingannevole. Il presidente On. Palumbo conferma con enfasi che:
“... certo, donazione del
corpo post mortem: solo su cadavere rigido, freddo, stecchito, come dite
voi...”.
Il
messaggio é colto.
Il Prof. Dr. Massimo Bondì, patologo e chirurgo generale, ha sottolineato che la “morte cerebrale” è il cardine intorno a cui ruota sia l'espianto, sia queste assurde proposte di vivisezione umana per ricerca. Ha ricordato che le neuroscienze hanno già revisionato il concetto ascientifico di “morte cerebrale” nel 1992 con il famoso lavoro di Truog MD e Fackler MD della Harward School, che nel '68 partorì quell'erroneo concetto per proteggere i chirurghi espiantatori. Inoltre ha stigmatizzato che i traumatizzati cranici non avendo l'opportuna terapia negli ospedali di prima accoglienza, come avveniva prima della pratica dell'espianto/trapianto, vengono trasferiti agli ospedali maggiori perdendo tempo utile per l'intervento di decompressione. Risponde l'On. Di Virgilio dichiarando che si deve separare l'espianto/trapianto, che a suo dire “salva le vite”, dalle esercitazioni per ricerca e studio.
La dr.a Marialuisa Robbiati, anestesista-rianimatrice, ha precisato che i malati in coma cosiddetto irreversibile (sotto ventilazione), che la proposta in esame vorrebbe usare come “manichini da esperimenti” per un anno, richiedono l'intervento attivo di anestesisti-rianimatori per mantenere le funzioni vitali somministrando farmaci, liquidi, trasfusioni, alimentazione enterale e parenterale, ecc. mentre per le esercitazioni chirurgiche dovranno usare farmaci curarizzanti per paralizzare i movimenti di reazione all'incisione chirurgica. Sadismo e costi per una ricerca che non ha nulla di scientifico. Segue un silenzio di tomba.
La Prof. Laura Corradi, sociologa della salute, docente all'Università della Calabria, con poche parole mirate ha sottolineato la violenza inflitta dalle istituzioni ai parenti che dovranno attendere un anno prima di poter fare il funerale al loro caro. Rito la cui funzione psicologica e sociale è stata oggetto di molti studi, poiché può creare disagi di cui è difficile misurare la portata. I parlamentari condividono.
Don Curzio Nitolia, eticista dell'Istituto Mater Boni Consilii di Verrua (TO) e Don Marco Nely, teologo della Fraternità Sacerdotale San Pio X di Albano Laziale (RM), hanno coi dovuti distinguo richiamato l'attenzione sull'unità anima-corpo e su come l'anima risieda in ogni cellula dello stesso; per cui l'atto sacrilego del torturare e dell'uccidere per utilitarismo e/o curiosità scientifica è da condannare. Ogni persona il cui respiro sia spontaneo o ausiliato con la ventilazione, è viva.
L'On. Cesare Ercole, relatore della proposta, già nelle precedenti sedute di Commissione aveva ritenuto opportuno di procedere alle audizioni con le Associazioni e il Comitato Nazionale di Bioetica date le implicazioni etiche, sanitarie e giuridiche. Posizione condivisa dall'On. Tiziana Valpiana.
Tutti i deputati presenti
hanno
pienamente compreso i rischi impliciti nella proposta n. 5083
e convenuto che
presenteranno un emendamento
per vincolare la pratica di studio e ricerca solo su cadaveri veri in arresto
cardiaco. Richiediamo che tale arresto cardiaco non sia verificato solo con un
elettrocardiogramma di 20 minuti (come previsto nella L. 578/93), ma osservato
per 24 ore.
La PDL è stata fermata, ma si deve vigilare perché una
eventuale votazione in Commissione potrebbe portare sorprese, nonostante le
assicurazioni ricevute.
Infatti i lobbisti ci avevano già provato nel gennaio del
1999 durante l'esame della legge 91/99 detta del silenzio-assenso: durante la
votazione e immediata trascrizione degli articoli approvati dall'Aula, sotto la
guida dell'allora presidente della Commissione Affari Sociali Marida Bolognesi,
stranamente nei primi 5 articoli erano state omesse le parole “per trapianto”,
cosicché sarebbe risultato che l'espianto era senza vincoli. In diretta ci siamo
accorti dell'intrigo e avvertito chi di dovere, cosicché nella legge è stato
immediatamente imposto un correttivo, l'art.6 che enuncia: “I prelievi di organi
e di tessuti disciplinati dalla presente legge sono effettuati esclusivamente a
scopo di trapianto terapeutico”.
Gli è andata male allora e ci riprovano adesso con la PDL
5083.
CONSIGLIO DIRETTIVO
Presidente
Nerina Negrello