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COMUNICATO
STAMPA
01-Febbraio-2005 N.3
FERMATO IL BATTITO, FERMATO
IL DIBATTITO
Morti donna in coma e il feto ricoverati
all'Osp. S. Martino di Genova
Solo la morte poteva spegnere il dibattito sull'uso/abuso della donna in coma, post-posta al feto e usata come incubatrice per fini di sperimentazione fetale.
Strane scelte quelle dei medici!
Potevano praticare un immediato aborto terapeutico al momento del ricovero per salvare la donna e non l'hanno fatto nonostante la legge lo permettesse.
Se non fosse stata gravida i medici l'avrebbero dichiarata in “morte cerebrale” d'autorità e avrebbero fatto pressione per avere gli organi.
Invece in questo caso i medici, pur considerando la donna in coma irreversibile, d'autorità hanno impedito il cosiddetto accertamento di “morte cerebrale”, perché volevano dimostrare di essere in grado di portare il feto fino alla 24esima settima (17esima al ricovero), indifferenti ad una nascita gravemente patologica.
Qui ancora una volta è dimostrato che mentre la morte vera in arresto cardio-circolatorio constatato per un tempo valido non è opinabile, invece la cosiddetta “morte cerebrale” mostra tutta la sua pericolosità, contraddizione e ascientificità, perché il cosiddetto accertamento è, di fatto, avviato su discrezionalità degli interessi/sperimentazioni mediche (vedi ns comunicato del 27 Gennaio 2005).
Presidente
Nerina Negrello