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COMUNICATO STAMPA
Anno XXXIX n.1
20 gennaio 2023
TRAPIANTO DI POLMONE DA VIVENTE
PER DANNO PROVOCATO DA TRAPIANTO PRECEDENTE
Un trapianto di polmone da vivente, padre a figlio di 5 anni, per danno provocato da un precedente trapianto di midollo per talassemia o anemia mediterranea, che ha provocato la cosiddetta malattia da trapianto contro l'ospite. Un rigetto dove le cellule trapiantate provenienti dal donatore "attaccano" gli organi e i tessuti del ricevente creando danno estremamente grave e irreversibile alla funzionalità polmonare.
Una malattia propria delle popolazioni rivierasche, che poteva essere tenuta sotto osservazione e cura, invece scattano due trapianti. Una tortura.
Questa è una sperimentazione di estremo sadismo e irrazionalità, appare come fanatismo trapiantistico di medici che hanno perso la responsabilità della ricerca clinica. La sanità è palesemente guidata dal business dei trapianti.
I pazienti sono ricoverati all'ospedale di Bergamo dove è avvenuto il secondo trapianto.
https://www.bergamonews.it/2023/01/18/allospedale-di-bergamo-il-primo-trapianto-di-polmone-da-vivente-in-italia/572509/
Stop ai trapianti.
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Una cittadina ci domanda
Mi sono chiesta se anche la donazione da viventi non è etica. Anche nella donazione
da viventi non si ha rispetto del corpo ed è un "attentato" alla vita dello
stesso donatore?
Risposta
Vero, anche la donazione da vivente non è etica, non si ha il rispetto del corpo ed è
un "attentato" alla vita dello stesso donatore.
Organi e tessuti delle persone
sane non vanno ceduti con la chirurgia sostitutiva ai malati con insufficienza
d'organo, che invece vanno curati. Gli organi non sono della collettività ma
appartengono all'individuo e alla sua complessità psico-fisica.
Non si deve
neanche parlare di libertà di scelta. Nel trapianto da vivente sono facilmente
ricattati soprattutto le donne e i giovani.
Ben conosciamo la finestra di Overton:
si partì nel 1967 col trapianto di rene da vivente per arrivare nel 2012 al
trapianto da vivente anche di parte di fegato, pancreas, intestino, polmone.
Questo per il momento.
Nel rapporto 2022 del Centro Nazionale Trapianti si documentano 369 donatori da vivente in un anno ma già nel 1990 veniva segnalato che l'80% dei trapianti di reni provenivano da viventi.
I donatori viventi rischiano la morte o menomazioni anche gravi, e ci vogliono degli autentici criminali per promuovere questa violenza sociale, questo abbattimento della dignità umana
Cosa facciamo del donatore vivente sano a cui va in tilt il rene rimasto? Un altro trapianto ovviamente...
E' comprensibile la difficoltà enorme di essere coerenti con un principio, soprattutto quando si teme di perdere una persona amata a cui viene proposta la chirurgia sostitutiva come salvezza., ma senza principi la società degenera anzi va in putrefazione. Il popolo diventa un allevamento di organi interscambiabili con molti trapiantati e altrettanti menomati.
Se ha tempo e pazienza, vada nel nostro sito www.antipredazione.org, sezione Comunicati, e legga in data 19.2.2008 il Comunicato "Morto a 34 anni per aver donato parte di fegato al padre", poi entri nella sezione VIDEO: e veda "Ryan Arnold 34 anni Donazione di fegato da vivente uccide il fratello donatore."
Domanda
E perché la Chiesa li approva e spiega che è un atto gradito a Dio soprattutto se
a donare è un consanguineo non obbligandolo moralmente?
Risposta
Gli
"insegnamenti" a cui Lei fa riferimento non sono "dottrina della Chiesa" ma
"pareri" di "uomini di Chiesa" che vorrebbero armonizzarsi con il mondo dai cui
errori sono stati contagiati.
Non oppongono argomento ad argomento ma emozione ad
emozione, convenienza a convenienza.
Aspetti critici ed emozionalmente impopolari sono taciuti, come ad esempio la liceità o
meno per il malato di usare, o anche solo chiedere, un organo di persona altrui
(10° comandamento: "non desiderare la roba d'altri") così come la liceità, o
anche l'obbligo, di rifiutarlo (5° comandamento: "non uccidere").
Sembrano considerazioni dettate da egoismo ma, invece, contrastano piani inclinati
scivolosi che possono portare alla rovina finale.
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