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COMUNICATO STAMPA
Anno XXXV n.2
11 gennaio 2019
"UNA SCELTA IN COMUNE" IN ORDINE ALLA DONAZIONE DI ORGANI
E' INCOSTITUZIONALE
L' iniziativa “Una scelta in Comune” in ordine alla donazione d'organi e tessuti quando andiamo a rinnovare la Carta d'Identità è contro-legge e incostituzionale. E' un'operazione costruita passo passo con decreti ad incastro dal lontano 1999.
Il decreto attuativo mai emanato
La legge degli espianti-trapianti L.91/99 artt.
4 e 5 stabilisce per la dichiarazione di volontà che il ministro emani un
Decreto attuativo
con
direttive su “termini, forme e modalità” per far partire le notifiche dell'ASL a
ciascun cittadino e praticare poi il “silenzio-assenso”. Non fu mai emanato,
quindi dopo 20 anni siamo ancora in Disposizioni Transitorie (art. 23).
Un decreto temporaneo che apre all'abuso
Fu invece emanato un
Decreto temporaneo
(Bindi 8 aprile 2000) contrario alla legge nello spirito e nella lettera,
crogiuolo di infiniti abusi, che aprì le porte a raccolte illegali presso
ospedali, ambulatori, ASL, medici di famiglia, associazioni di malati e
propaganda, ecc., al fine di effettuare una schedatura di fatto, senza garanzie,
nel database del Centro Nazionale Trapianti (CNT).
Nel 2008 Livia Turco su proposta del direttore del CNT, e ad integrazione del Decreto temporaneo Rosi Bindi, emana un Decreto che amplia i punti di ricezione della dichiarazione di volontà coinvolgendo i Comuni. Inoltre introduce la conservazione e la trasmissione delle dichiarazioni tramite l'utilizzo di supporti informatici, notoriamente a rischio di violazioni e falsificazioni.
Decreto “Milleproroghe” varato sulla fiducia
Nel 2010 con Decreto legge (1)
varato sulla fiducia, il Parlamento ha consentito soluzioni che ampliano gli
effetti negativi del già illecito Decreto Bindi prorogandone illecite
possibilità applicative.
A tale fine
è stato perfino modificato il Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza, di
cui al Regio decreto del 18 giugno 1931, n. 773 - all'art. 3 è inserito il
seguente: “La Carta d'Identità PUO' altresì contenere l'indicazione del consenso
ovvero del diniego della persona cui si riferisce a donare i propri organi in
caso di morte”. PUO', non deve. Il legislatore non ha sancito un obbligo, né per
i cittadini né per i sindaci. Successivamente, nel 2013, l'art.3 fu modificato
con altro Decreto legge
(2)
:
“I comuni trasmettono i dati del consenso o
diniego al Sistema Informativo Trapianti (SIT)” e “Il consenso e diniego
confluisce nel Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE)”.
"Una
scelta in Comune” ingannevole
"Una
scelta in Comune”, voluta dal Ministero della Salute, dal Centro Nazionale
Trapianti
e dall'Anci (Ass. Nazionale Comuni Italiani) che vede l'Aido come partner,
pratica l'esperienza pilota in Umbria nel 2012.
Nel 2015 si definiscono le Linee Guida tra Ministero della Salute e Ministero dell'Interno, poi il piano prende corpo e si propaganda a tutti i Comuni. In cosa consiste? Le amministrazioni possono stabilire che il proprio ufficio anagrafe diventi un punto di raccolta e registrazione delle dichiarazioni di volontà al momento del rinnovo della Carta d'Identità. Ci vuole una delibera di giunta, l'adesione dei Comuni quindi è facoltativa, ma purtroppo disinformata dal CNT che addirittura fornisce il testo prestampato da firmare per l'approvazione.
Abbiamo avvertito gli 8000 sindaci che si tratta di truffa dei potentati istituzionali, frutto di accordi contro legge e contro i cittadini, ma Nanni Costa, direttore del CNT, il 12.6.2018 ha ribattuto bugiardamente con una lettera circolare ai centri regionali, alle anagrafi, all'Anci, ecc. spergiurando che i “Comuni hanno l'obbligo di attivare la procedura”, mentre “ai cittadini è lasciata la libertà di dichiarare o non dichiarare, così come quella di dare un consenso o un dissenso”. Invece nella pratica i cittadini vengono ricattati all'anagrafe e negata loro la Carta d'Identità se non firmano il modulo in ordine alla donazione, trasformando proditoriamente la facoltà in obbligo: atto incostituzionale. Per giunta trattasi di un modulo manipolato con tre opzioni (SI – NO – NON mi esprimo) al posto delle due (SI - NO) stabilite nelle Linee Guida. Si tratta di abuso d'ufficio, abuso di potere e falsità ideologica.
Segnalazione al Garante della
Privacy
Abbiamo presentato una segnalazione al
Garante della Privacy
il 6 luglio 2018, dopo due mesi ha risposto “Roma per Toma” e alla nostra
richiesta di far rimuovere il vile ricatto, ha risposto in stile kafkiano che
“il modulo del quale si contesta l'utilizzo (…) non è quello indicato per la
manifestazione del consenso o diniego alla donazione degli organi nelle Linee
Guida, bensì soltanto il 'modulo ricevuta' della dichiarazione per verificare
che l'impiegato abbia correttamente inserito la volontà così come espressa”. La
“scelta in Comune” è quindi una dichiarazione verbale interpretata da un
impiegato e trasferita in elettronico al SIT? ASSURDO! Non dice questo la
propaganda. Il cittadino firmando il modulo pensa di fare una dichiarazione
diretta, di suo pugno. Al
Garante
abbiamo contestato che il modulo non porta la scritta Ricevuta, ma “Manifestazione
di volontà in ordine alla donazione di organi e tessuti dopo la morte a scopo di
trapianto”,
e che l'informazione in calce non è coerente e veritiera. Un modulo fatto
apposta per ingannare.
Infatti non esplicita che si tratta di prelievo
in cosiddetta “morte cerebrale” a cuore battente e afferma in caratteri
microscopici che tale registrazione “è secondo normativa” indicando tre norme:
la L.91/99 che invece è marchianamente elusa mancando il Decreto attuativo
dell'art.5, il D.M. 8 aprile 2000 (Bindi) che invece è temporaneo e usato per
dare la stura a varie truffe come “la scelta in Comune” e il D.M. 11 marzo 2008
(Turco) che si aggancia al suddetto Decreto temporaneo della Bindi per
introdurre l'illecita registrazione presso i Comuni.
“Una
scelta in comune” incostituzionale
Una “Scelta in Comune” decretata e pubblicizzata
come facoltativa ma nella pratica resa obbligatoria all'atto del rinnovo della
Carta d'identità (Cie-on-line) è incostituzionale. Giudizio di
incostituzionalità enunciato già nel 2010 (Milleproroghe) dal Presidente della
Commissione Affari Costituzionali del Senato Carlo Vizzini che fece correggere
dall'esecutivo in Aula il verbo “Deve” per sostituirlo col verbo “Può”, poiché
spiegò “Una norma del genere con l'obbligo di dichiarare o meno il proprio
consenso alla donazione di organi sarebbe stata incostituzionale”.
Inoltre il legislatore continua a sviluppare
decreti contro-legge 91/99 costruiti su un regolamento ministeriale temporaneo
(Bindi) che di fatto ingarbuglia la materia e rinvia nel tempo il Decreto
attuativo che deve costituire la normativa uniforme definitiva ed essenziale.
Invitiamo i cittadini a non cedere al ricatto e a
mantenersi fermi nel diritto di non firmare quel modulo all'anagrafe.
Dichiarazione Autografa d'opposizione
necessaria per i non-donatori
Abbiamo pubblicato sul nostro sito www.antipredazione.org la Carta-Vita/Dichiarazione Autografa d'opposizione all'espianto di organi e tessuti da scaricare liberamente dalla sezione “Difenditi e sostienici”. Facciamo in modo che tutti i cittadini portino in tasca un'opposizione alla macellazione e ne siano fieri. Insieme nella lotta.
Nerina Negrello
Presidente
Lega Nazionale Contro la Predazione
di Organi e la Morte a Cuore Battente
www.antipredazione.org
Note:
1)
Decreto legge 30 dicembre 2009, n. 194, articolo 3, comma 8-bis, convertito,
con modificazioni, in legge 26 febbraio 2010, n. 25.
2)
Successivamente modificato dall'articolo 43, comma 1, del decreto legge 21
giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto
2013, n. 98.
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