LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI
ORGANI
E LA MORTE A CUORE BATTENTE
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COMUNICATO
STAMPA
Anno XXX n.6
25 Marzo 2014
Anniversario dell'espianto di Pietro Tarantino contro la sua volontà e dei familiari: il fratello Mario e la moglie hanno denunciato per omicidio volontario. Il procedimento è stato trascinato per 15 anni e chiuso d'autorità con incidente probatorio-farsa, nonostante per il giudice le indagini preliminari non fossero esaustive su fatti importanti, come la diagnosi. Questo al fine di non procedere con l'invio a giudizio dei 5 medici indagati. Giustizia negata. In memoria offriamo la seguente riflessione del Prof. Dr. Massimo Bondì.
Ossessiva richiesta di organi
QUINTO: “NON AMMAZZARE”
Il triste cammino
dell'Espianto-Trapiantologia è costellato di fatti e misfatti, ma ciò che
risalta delittuosamente evidente è la macabra “pulsione di morte” pervasa di
cannibalismo, che l'umanità si trascina sin dalle sue origini. Uomini e
animali si sono sempre ammazzati l'un l'altro allo scopo di sopravvivere.
Nel momento dell'estremo bisogno, tutto il mondo animale esercita con la
forza l'affermazione della propria vita (istinto di conservazione). Dalla
fagocitosi del mondo microscopico, attraverso il parassitismo, si assiste
sempre alla supremazia mediante la predazione. Mors tua vita mea.
L'importante per la Legge naturale, scevra da ogni moralismo, è che il
Codice della vita racchiuso e custodito nel DNA nucleare si trasmetta in
Eterno, nella sua multiforme eterogeneità. Tale
ferrea Legge non era presente e/o necessaria all'Inizio nel mondo
Protozoario-Procariotico, nel quale la sopravvivenza era autogeno-metabolica
(autotrofismo-eterotrofismo) e la successione era assicurata
dall'auto-riproduzione (scissione binaria, gemmazione, schizogonia).
La Natura ai primordi procedeva nel solco della moralità.
Molto più recentemente, dopo lo scorrere di innumerevoli secoli bui, dominati dalla violenza, giungiamo così all'epoca cosiddetta Moderna, nella quale l'indomita violenza si identifica fra l'altro nella forma più sofisticata.
Non solo Cannibalismo, ma sfrenata ed ossessiva Predazione di Organi, che si realizza nella creazione di un nuovo Comandamento: “Uccidere per salvare un'altra vita (forse)”. Forza e potere spregiudicati prevalgono sul DEBOLE.
Stiamo attenti però! Mentre nel
fagocitismo o cannibalismo il soggetto da fagocitare viene distrutto
mediante la sua scissione che si verifica nell'apparato digerente e quindi
il soggetto fagocitato più non esiste se non nell'Energia che deriva dalla
sua scissione, ben diversamente accade nel processo trapiantologico.
Parti del soggetto (organi o tessuti), prelevati da soggetto Vivo e animato,
vengono ricollocati in altro organismo ed obbligati a lavorare in condizioni
di estrema difficoltà (Rigetto con relativo trattamento immuno-depressivo).
In tal modo si commettono due gravissimi atti contro Natura. Il primo è
costituito dal Prelievo-Espianto che determina la morte del soggetto. Il
secondo è costituito dalla morte incombente del soggetto che riceve gli
organi e vuole rigettarli. Due gravissimi atti contro Natura per gli attori
di questo dramma (omotrapianti) che sono permessi da una legge iniqua.
L'Umanità nella sua ignoranza supera
così di gran lunga l'etica naturale e riporta indietro di secoli i
conquistati diritti civili mediante l'applicazione di ciò che può essere
definito “Schiavismo biologico da espianto-trapianto”. Un soggetto è
costretto con la forza a lavorare mediante l'improprio uso di un suo organo
per un altro soggetto con tutte le annesse implicazioni di carattere algico
(sofferenza cellulare) e genetico.
La Genetica dell'Espianto-trapiantologia è infatti tutta da studiare: non
sappiamo in assoluto cosa accade cimentando DNA diversi, nel corso del tempo
e nelle generazioni successive.
Pertanto a nostro avviso va abrogata la legge sulla “morte cerebrale”, che
permette gli espianti, e non è necessaria una nuova legge sul FINE VITA, ma
piuttosto una rivalutazione di un'Etica Professionale che attualmente si
trova ai limiti dell'illecito. L'invocazione Dantesca “Considerate la vostra
semenza, fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e
conoscenza” (Divina Commedia, Inferno, canto XXVI) ci sembra opportuno
ricordarla. Altri tempi, altra determinazione, altro coraggio, altra
serietà, nell'invocazione di Dante.
Forse che la tecnologia imperante rende l'Umanità fragile, labile e priva della capacità di dominare la complessità etica del presente?
Prof. Dott. Massimo Bondì
L.D. Pat. Chir. e Prop. Clinica - Univ. di Roma - La Sapienza
Presidente Comitato Medico
Lega Nazionale contro la Predazione di Organi
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