LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI
ORGANI
E LA MORTE A CUORE BATTENTE
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COMUNICATO
STAMPA
Anno XXIX n.15
05 Settembre 2013
Spett.
Redazione de La Stampa
c.a. Egr. Direttore dr. Mario Calabresi,
con preghiera di cortese pubblicazione
NEUROETICA
Su un recente inserto -SCIENZE- della "Stampa" a firma di Francesco Rigatelli si legge un articolo su di una nuova disciplina definita "Disciplina di frontiera" dal titolo “Di qui i buoni, di là i cattivi: il verdetto della neuroetica”, che impone una nuova logica per affrontare le idee classiche di "bene e di male". Ci sembra che tale nuova disciplina (nuova?) dovrebbe rivisitare il concetto della cosiddetta -MORTE CEREBRALE- o meglio della "Perdita della coscienza", che ha consentito l'affermarsi della Trapiantologia, cioè del prelievo degli organi in soggetti comatosi, a cuore battente, perlopiù nei traumatizzati cranio-encefalici. Una ricerca autoptica su 500 casi di cosiddetti deceduti per -Morte cerebrale- ha stabilito che non sempre il reperto autoptico cerebrale era devastante (R. Truog, J. Fackler, Critical Care Medicine, vol. 20 No.12, 1992).
La nuova disciplina Neuroetica,
per certo consapevole delle nuove acquisizioni sulla potenza
auto-rigeneratrice delle cellule staminali cerebrali, impone una nuova
sensibilità medico-etica che restituisca a tutti i medici ed in particolare
ai neurologi e ai neurochirurghi la funzione di cura del paziente (ad
esempio drenaggi immediati nei traumatizzati cranici) ed una consapevole
autocritica sui limiti delle conoscenze scientifiche dell'organo più
affascinante, complesso e sconosciuto.
Tale coscienza medica non può contemplare il prelievo di organi a cuore
battente che interrompe la vita in soggetti che hanno perduto la coscienza,
ma sono per certo ancora vivi e col diritto di essere curati. Ne gioverebbe
la medicina rigenerativa e quella basata sulla prevenzione primaria.
Prof.
Dott. Massimo Bondì
Libero Docente in Patologia Chirurgica
e Propedeutica Clinica
Università di Roma
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