LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI
ORGANI
E LA MORTE A CUORE BATTENTE
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COMUNICATO
STAMPA
Anno XXIX n.14
25 Luglio 2013
HANNO MACELLATO LA SINDACA
LAURA PRATI DI CARDANO AL CAMPO (VARESE)
Il cuore all'ospedale Niguarda di Milano, il fegato all'ospedale di Bergamo come sempre ultimamente, i reni all'ospedale di Varese, ecc... macellata come una capretta.
La privacy in Italia non esiste, nomi, cognomi, dichiarazioni dei parenti, tutto serve alla propaganda per abituare i cervelli deboli al concetto di “morte cerebrale/espianto/trapianto” omettendo però la condizione dell'espianto “a cuore battente”. I pennivendoli l'hanno definita “occasione di vita!”.
La stampa nazionale scrive “I familiari come atto di generosità hanno autorizzato l'espianto degli organi” e ancora “Massimo, il figlio di 22 anni, ha chiesto espressamente che venissero donati gli organi”. Comoda questa generosità sulla pelle altrui! Laura poteva esser lasciata vivere/morire secondo natura senza essere fatta a pezzi sotto farmaci paralizzanti.
La legge non contempla la donazione da parte dei familiari, invece prevede, nella logica attuale della “donazione presunta” (Disposizioni Transitorie), il diritto di opposizione dei familiari per chi non si è espresso. Anzi la legge 91/99 è nata per permettere a ciascuno di scegliere come meglio crede, proprio per evitare che collusioni, interessi ed inganni prendano il sopravvento.
Il Centro Nazionale Trapianti/Sanità ha stravolto l'informazione e fuorviato i cittadini con una pletora di indicazioni e decreti temporanei fuori legge. Invece la legge prevede all'art. 5 un Decreto attuativo del Ministro per la manifestazione di volontà di ogni singolo cittadino. Dopo 14 anni il Decreto non è stato emesso perché a detta di Nanni Costa direttore del CNT costa troppo. Ma la verità è che hanno paura dei NO e preferiscono pescare nella confusione e nell'ignoranza.
Come spiega Santosuosso, magistrato e docente di diritto “La legge non è stata portata a completa attuazione: partiva dal presupposto che dovesse valere la volontà del diretto interessato ed invece (omettendo il decreto) vige ancora il sistema che devono essere interpellati i familiari”, i quali vengono uno alla volta circuiti dai coordinatori dei trapianti affinché firmino la non-opposizione, proprio nel momento più sconvolgente della vita, quando non sono capaci di intendere e di volere per il dolore. Poi c'è il trapiantista Ignazio Marino che aggiunge furbizia sollecitando maggior comfort nelle sale d'attesa delle rianimazioni “per predisporre i parenti ad un atto di generosità”.
Unica salvezza risulta essere la Carta-Vita/Dichiarazione autografa d'opposizione all'espianto di organi, tessuti e cellule, diffusa dalla Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi, come previsto dalle Disposizioni Transitorie art. 23 della stessa legge.
Ma torniamo a Laura: 48 anni, ferita il 2 luglio a colpi di pistola al ventre e al braccio, non alla testa. Riportiamo dal Corriere: “Laura non aveva mai perso conoscenza e aveva superato brillantemente il primo intervento chirurgico. Era fuori pericolo. Il guaio si è manifestato qualche giorno dopo durante il secondo intervento mirato alla pulizia di una arteria (addominale) mediante endoscopia”, qualcosa è andato storto ed è subentrata una gravissima emorragia cerebrale. Racconta il marito “Dopo quell'imprevisto i medici ci avevano detto che Laura sarebbe rimasta paralizzata per sempre dalle spalle in giù”. Che sia questa una forma di ricatto sottile per ottenere le firme di “non opposizione”? Il 22 luglio, ore 8.30, è stata dichiarata la “morte cerebrale” ma Laura ha cessato di vivere alle 19 quando i cardiochirurghi le hanno prelevato il cuore pulsante.
La “morte cerebrale” copre ogni errore medico, infatti nelle statistiche e nel sistema giudiziario risulta sempre responsabile della morte chi per primo ha ferito e mai i medici che possono sbagliare diagnosi e cure per imperizia o dolo. Il magistrato ha ordinato l'autopsia, ma su un corpo svuotato che valore ha?
Nerina Negrello
Presidente
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