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COMUNICATO STAMPA
 Anno XXVIII n.21
17
Ottobre 2012

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CHIRURGHI O MACELLAI?”
VIVENTI SANI MENOMATI PER MANO DEI MEDICI

 

Il Ministro della Salute dichiara “la donazione da vivente è un obiettivo strategico che va perseguito”. A quali costi morali e materiali?

Chirurghi o macellai? Così è titolato l'articolo apparso su “Il Borghese” che racconta le vicissitudini di Emanuele che ha avuto la sfortuna di avere una mamma troppo generosa e quindi facilmente manipolabile dai trapiantisti, collegati tra loro in reti di reciproco interesse. Convinsero la madre a donare un rene al figlio. Si scoprì da successivi esami che quel trapianto non era necessario. Emanuele soffrì complicanze gravissime per anni, palleggiato da un medico all'altro subì una serie di interventi, fino all'inevitabile asportazione di quel “dono” pericoloso.
Leggi l'articolo e capirai la gravità dei fatti.

Il prelievo di rene da vivente sano prospera dal 1967 con Legge 458, colonna portante delle successive leggi “predatorie” di parte di altri organi.
Interessante una dichiarazione del chirurgo del Policlinico “Umberto I” di Roma Dr. Alfani apparsa su “Il Tempo” del 28.2.1991 “
L'80% dei trapianti di rene che la nostra equipe ha effettuato nel '90 è stato possibile solo grazie alla solidarietà di un donatore vivente
”. Tutte persone menomate, per lo più donne, che alla prima difficoltà del loro unico rene chiederanno il trapianto. Così si ampliano le liste d'attesa e le conseguenti pretese dell'uso dei “viventi in coma” dichiarati “morti cerebrali”.

Siamo di fronte a provvedimenti disumani e incostituzionali che si reggono sul fasullo concetto di libertà in deroga all'Art. 5 del Codice Civile che recita: “gli atti di disposizione del proprio corpo sono vietati quando cagionino una diminuzione permanente dell'integrità fisica o quando siano altrimenti contrari alla legge, all'ordine pubblico e al buon costume”. E' ovvio che quando si preleva un organo o parte di esso sempre si cagiona una diminuzione permanente dell'integrità fisica, e allora perché la sanità permette di menomare i cittadini? Una certa giurisprudenza funzionale alla trapiantistica risponde: “Il consenso al prelievo di organi con conseguente diminuzione permanente dell'integrità fisica del soggetto donatore, sarebbe da considerarsi valido perché volto all'adempimento di superiori doveri morali e di solidarietà umana”.
Questa falsa coscienza ha esteso il processo predatorio dal rene (1967), al midollo osseo (1989), a parte di fegato (1999), al cordone ombelicale (2011) e recentissima la
Legge 167 del 19.9.2012
per il prelievo parziale di polmone per adulti, polmone per bambini, pancreas e intestino.

Vogliamo che restino agli atti i nomi dei responsabili della ignominiosa Legge 167, firmata dal Presidente Napolitano, Monti, Paola Severino Ministra della Giustizia, frutto dell'unificazione di tre Proposte di Legge, i cui primi firmatari sono stati: Giuseppe Palumbo (PdL) ordinario di ginecologia ed ostetricia, per il trapianto parziale di polmone tra viventi; Paola Binetti (PD) neuropsichiatra infantile, per il trapianto di polmone da persona vivente a bambino”; Anna M. Miotto (PD) funzionaria comunale, per consentire il trapianto parziale di polmone, pancreas ed intestino tra viventi”; ed il codazzo di 18 cofirmatari, di cui 11 donne e 7 uomini.

Marino si esprime: “Passo avanti, rimane molto da fare sulla cultura della donazione da vivente”. Remuzzi: “Sì, ma non risolutivo”. Del rischio clinico, comprese le morti, questa brava gente se ne infischia.

Nerina Negrello
Presidente
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