LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI
E
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nel 1985
COMUNICATO STAMPA
Anno XXVIII n.14
12 Luglio 2012
DUE MEDICI RIFIUTANO DI PROCEDERE
ALL'ESPIANTO
LO STATO LI INQUISISCE PERCHE' IL “MORTO” E' SUO
Al San Martino di Genova blocco totale dei trapianti, ma il Centro Nazionale Trapianti (CNT) pretende che i prelievi di organi continuino a vantaggio di altri ospedali. Motivazioni addotte che il San Martino fa pochi trapianti e non raggiunge la soglia minima prevista dalla legge (L. 91/99 art. 16) e stabilita dal CNT, nonché i costi del centro eccessivamente dispendiosi.
Al
San Martino due medici si sono rifiutati di effettuare un espianto non per
ragioni morali, ma come segno di protesta perché l'organo da espiantare non era
destinato alla paziente del loro ospedale, ma ad altri. Una vicenda che si
sviluppa nella competizione interna tra medici e contrasti col CNT ed i centri
del business istituzionale, non ultimo la guerra per la successione del
primariato.
In sostanza i medici del San Martino non vogliono espiantare se l'organo non
resta in Liguria, non vogliono il compito di essere fornitori di organi senza il
beneficio dei finanziamenti riconosciuti ai centri dei trapianti.
L'obiezione di coscienza è negata ai medici che dichiarano la morte cerebrale,
che espiantano e trapiantano, per cui per i due medici del San Martino è
scattato il procedimento disciplinare con emarginazione e rischio di
licenziamento.
La cosiddetta donatrice è stata mantenuta viva tutto il tempo necessario perché
un'equipe da Padova venisse a macellarla. Se questo non è un business!
Per chi volesse leggere l'articolo apparso su
La Stampa l'11 luglio 2012, lo trova sul nostro sito, sezione "rassegna
stampa".
La
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Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi
e la Morte a Cuore Battente
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