LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI
E LA MORTE A CUORE BATTENTE
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COMUNICATO STAMPA
 Anno XXIV n.14
25 Luglio 2008

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ELUANA LIBERA
ORA E' SCHIAVA DELLA TECNOLOGIA NEL FALSO CULTO DELLA VITA
SCHIAVA DELLE IDEOLOGIE PSEUDO-LAICHE E RELIGIOSE

In coma vegetativo permanente da 16 anni
sta subendo trattamenti forzati di alimentazione e idratazione da lei avversati

Chi confonde il diritto di opposizione e di interruzione dei trattamenti cosiddetti di “sostegno alla vita” con l'eutanasia (attiva volontà di morte) è in malafede ideologica.
Chi cavalca il diffuso orrore dei cittadini per le pratiche di meditecnica di “sostegno alla vita” imposte ad oltranza, quali ventilazione forzata o nutrizione forzata, per introdurre un programma di eutanasia legale intesa come istituzionalizzazione della richiesta attiva di morte è in malafede ideologica.

Le gerarchie della Chiesa sono colpevoli perché, mentre vietano la liberazione di Eluana fingendo di essere pro-vita, sostengono incoerentemente il falso concetto di “morte cerebrale” e propagandano la donazione o meglio l'espianto di organi a cuore battente pur sapendo di uccidere una persona in coma per favorire il business dei trapiantisti .
Falsi anche nell'enfatizzare la sofferenza della morte naturale da sospensione della nutrizione/idratazione: molti vecchi muoiono lentamente di consunzione rinunciando progressivamente a mangiare e bere. Non staranno piuttosto difendendo le generose rette percepite per le persone in coma vegetativo che richiedono pochissima assistenza?

I politicanti pseudo laici, quelli della morte su commissione -Eutanasia- sono in malafede perché programmaticamente sono sempre dalla parte della morte e della sperimentazione, per favorire l'affarismo scientifico che vuole dichiarare la morte a suo uso e consumo, sia sugli umani che sugli embrioni. Tanto è vero che sono a favore della “morte cerebrale” imposta dalla legge. L'obiettivo della scienza di oggi è la ricerca a fini di profitto, non la vita; il potere sull'uomo, non l'uomo. Non altrimenti potrebbero essere spiegati certi fatti che ai vari livelli vedono impiegata la classe medica su due percorsi apparentemente opposti con un comune denominatore: profitto e potere.

Entrambe le ideologie favoriscono l'omicidio di chi vuol vivere imponendo la “morte cerebrale” in 6 ore, anche la Chiesa che si dichiara pro-vita, ma la persegue solamente quando deve imporre la “vita forzata con tecnologie” per 16 anni a chi vorrebbe una vita e morte naturali.

Secondo noi l'origine della questione, che ha poi generato questo problema, è il comportamento dei medici all'atto del ricovero dopo l'incidente nel '92. I medici hanno fatto quello che dovevano fare per evitare il coma vegetativo? Se avessero eseguito il drenaggio dell'ematoma intracranico, la paziente guariva o moriva e si sarebbe evitato il coma vegetativo. L'alimentazione forzata non doveva essere imposta, soprattutto in considerazione del fatto che viene poi vietata la rimozione del trattamento invasivo. Eluana doveva essere curata nel limite naturale. Ancora una volta la medicina si sostituisce alle persone e ne vuole determinare il destino.

Nel dubbio sulla volontà di Eluana decida il padre e la madre. Non possono essere gli affaristi e gli sperimentatori a decidere, né i politici, tanto più che per l'espianto di organi a cuore battente i medici chiedono ai genitori o familiari la firma che ucciderà, nonostante sia vietato dalla legge. Inaccettabile che 25 neurologi, che dichiarano regolarmente la “morte cerebrale”in 6 ore su persone “pulsanti”, si oppongano alla sentenza “liberatoria” della Corte d'appello di Milano.

Presidente
Nerina Negrello

 

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Fonte:
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