LEGA
NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI
E
LA MORTE A CUORE BATTENTE
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nel 1985
COMUNICATO STAMPA
Anno XXIV n.2
05 Febbraio 2008
“ORGANS OF COERCION”
“ORGANI DI COERCIZIONE”
Dibattito sul silenzio - assenso
Daily Mail, 14 January 2008 di Melanie Phillips
Traduzione della Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi e la Morte a
Cuore Battente per dimostrare che la
stampa italiana asservita ai trapiantisti censura, omette, manipola perfino
l'opposizione inglese.
La notizia che Gordon Brown
sostiene la proposta per la registrazione automatica di tutti i cittadini come
donatori di organi salvo esplicita dichiarazione contraria, ha il marchio di una
importante operazione governativa.
I giornali della domenica in Gran Bretagna
hanno pubblicato in primo piano articoli circa la proposta di legge resa
pubblica molto in anticipo rispetto al riesame
governativo previsto per domani, che ha lo scopo di incrementare il
numero di organi donati per trapianti.
Brown stesso scrisse un articolo argomentando che la donazione di organi
volontaria dovrebbe essere sostituita dal sistema del silenzio-assenso.
Parimenti, e con chiara evidenza, anche la BBC era
stata istruita con informazioni affinché promuovesse la notizia al primo
posto.
Se questa operazione è intesa come ausilio alla campagna di Brown del prossimo
anno per ripristinare le sue fortune politiche in declino, è
piuttosto insensato andare in questa direzione.
In primis l'idea non è neppure nuova, il capo in testa della sanità inglese, Sir
Liam Donaldson, per primo propose tale sistema di silenzio-assenso l'estate
scorsa.
Forse Brown pensa di umanizzare la sua immagine capitalizzando il disagio della
gente che soffre o è moribonda nell'attesa di un organo da trapiantare.
Indubbiamente l'impulso di dare alla gente il regalo della vita, dopo la propria
“morte”, è nobile. Ma se Brown pensa veramente che otterrà il plauso popolare
dicendo che lo Stato scipperà dalla gente cuori o reni senza il loro consenso, i
suoi consiglieri indubbiamente hanno bisogno di un trapianto di cervello.
Le implicazioni sono veramente terrificanti. Non vi è un diritto umano più
fondamentale del controllo sui nostri corpi e su ciò che ne viene fatto, sia in
vita che in morte.
La conseguenza inevitabile di una donazione basata sul silenzio-assenso è che
non possederemo più questo controllo. Donazione
presunta significa che lo Stato controlla i nostri corpi e può fare quello che
gli pare su di essi dopo che ci dichiara morti (cerebrali).
Se fossero solo i medici a proporre quanto sopra – come fa il loro lagnoso
rappresentante – sarebbe coercizione allarmante. Ma
che sia il Governo a sostenere la proposta aggrava la coercizione in
qualcosa di ancora più minaccioso.
Donare volontariamente gli organi è una cosa, renderlo obbligatorio a meno che
si presenti un dissenso, trasforma un atto di altruismo in un’oppressione di
Stato.
Sir Liam cerca di disinnescare l'ostilità pubblica dicendo mellifluamente che il
silenzio-assenso sarebbe un “diritto inalienabile”. Al contrario il forzare col
silenzio-assenso una donazione automatica distrugge il nostro inalienabile
diritto di controllare quello che ci accade.
E' un mezzo subdolo, fatto d'omissioni, per intrappolare i cittadini a subire
qualcosa (espianto) che si pensa sia praticato dopo la morte e che forse non
sarebbe accettato se praticato sul corpo ancora vivo. Il silenzio-assenso
richiede un impegno. Molti semplicemente si dimenticheranno di esprime
l'opposizione.
C'è un calcolo cinico dietro a questo sistema. Inoltre accadrà - inevitabile
come la notte segue il giorno – che la gente subirà grande pressione affinché
non si opponga alla donazione.
I pazienti che si oppongono potrebbero essere discriminati con danno.
Sconvolgente: gli ospedali saranno valutati a seconda del numero di pazienti
morti “convertiti” in donatori. E' difficile immaginare un incentivo più
sinistro per l'abuso in massa dei pazienti vulnerabili.
C'è, comunque, un’obiezione ancor più fondamentale alla proposta del
silenzio-assenso. E' il serio dubbio che gli organi vengano prelevati da persone
che non sono in realtà morte.
Tutti i dati suggeriscono che gli organi vengono espiantati non già dai morti ma
dai moribondi. In altre parole, al momento del prelievo degli organi i pazienti
sono ancora vivi.
In questi casi, il criterio usato dai medici per decidere che qualcuno è morto è
la “morte del tronco cerebrale”, che si considera “morte cerebrale” fatta
assurgere a morte tout court.
Comunque, non ne consegue assolutamente che il resto del cervello abbia cessato
di funzionare. Inoltre nessun test è praticato su altre parti del cervello per
stabilire se tutte le attività sono veramente cessate o no.
Come risultato, la gente è dichiarata morta, mentre il cuore batte ancora
autonomamente e il sangue continua a circolare in tutti i distretti del corpo.
La maggior parte di noi pensa che questi pazienti non siano morti ma molto vivi.
A onor del vero, medici ex trapiantatori, che si sconvolsero per le implicazioni
di quello che stavano facendo al punto da abbandonare questa pratica, dicono che
gli organi per i trapianti sono utilizzabili solo se il donatore è ancora vivo-
giacché quando il corpo è veramente morto gli organi sono inutilizzabili per
chiunque, in quanto anche loro muoiono.
La “morte cerebrale” è nei fatti una mera
definizione di convenienza che permette ai chirurghi di prelevare organi da un
corpo vivo mentre sono ancora alimentati dal proprio sangue.
Tali osservazioni provocano stizza nei medici trapiantisti che affermano che non
ci sono basi per questo allarmismo che causerà la morte di altre persone per la
paura irragionevole provocata nei potenziali donatori.
Ma questi medici sono traditi dal loro stesso comportamento.
Alcuni danno al paziente in “morte cerebrale” un anestetico generale prima di
prelevare gli organi. Ma chi ha mai sentito che si dia un anestetico ad un
cadavere?
La
ragione per cui lo danno è perché durante il prelievo di organi si manifesta un
forte picco di pressione sanguigna. Altri medici dichiarano di somministrare
l'anestetico solamente perché ferma l'eccessivo sanguinamento causato
dall'aumento della pressione sanguigna. Ma un
innalzamento della pressione del sangue durante una procedura chirurgica è
indicativo di un corpo che sta sperimentando una sofferenza fisica.
Il Dr. David Hill, un anestesista rianimatore ritiratosi, che ha da tempo
espresso profonda preoccupazione circa la donazione di organi, ha scritto che se
i pazienti reagiscono in tal modo quando gli organi vengono prelevati, la
conclusione più logica è che essi non siano in realtà morti.
Negli ultimi anni la “morte cerebrale” è stata messa sempre più in discussione
man mano che ci rendiamo conto di quanto poco conosciamo del cervello.
I medici stanno scoprendo che fra i pazienti in uno stato di coma vegetativo
persistente i cui cervelli si presumono non funzionanti, vi è al contrario una
consistente attività cerebrale. Quello che i pazienti presunti “morti cerebrali”
possono sperimentare è semplicemente un mistero.
Sempre più frequentemente gli esperti esprimono una crescente preoccupazione
circa la “morte cerebrale” e la donazione di organi. Tre medici scrissero in un
giornale medico l'anno scorso che dichiarare i pazienti morti per l'obiettivo di
prelevare gli organi è, in effetti, una finzione e che non si dice il vero ai
potenziali donatori.
Michael Potts, un professore di filosofia ed esperto di etica medica, ha stilato
una conclusione terrificante: “Giacché il paziente non è veramente morto fino a
che gli organi non sono prelevati, è l'espianto stesso che causa la morte del
donatore”.
In Gran Bretagna, comunque, l'establishment medico, appoggia la donazione di
organi e la proposta del silenzio-assenso. Questo avviene perché l'Associazione
Medici Britannici e il medical royal colleges hanno
perso da molto tempo la loro base etica.
Rinunciando al principio medico: “Primo
non nuocere”, sono giunti al contrario cioè a credere nella dottrina amorale che
il fine giustifica i mezzi.
Questa strada porta ad un’allarmante violazione dei diritti dell'uomo e alla
tirannia.
Un sistema che l'opinione pubblica pensa sia la più alta forma di altruismo si
appoggia invece sull'inganno e sull'omicidio. Al posto di forzare un sistema
automatico di silenzio-assenso la gente dovrebbe essere informata finalmente
della verità.
Disponibile in file pdf su
www.antipredazione.org
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