In Italia il cosiddetto "accertamento di morte per arresto cardiaco" è regolato dal decreto 22 agosto 1994 n° 582, art. 1: "...l'accertamento della morte per arresto cardiaco può essere effettuato da un medico (ndr non specialista) con il rilievo grafico continuo dell'elettrocardiogramma (ECG) protratto per non meno di 20 minuti primi".
Quindi per il popolo si chiudono i trattamenti e le speranze precocemente, destinando tempo e mezzi solo per i personaggi che contano, come è successo a Makula, per il quale l'assistenza cardio-respiratoria è stata protratta per un'ora e mezza, fino alla ripresa del respiro spontaneo.
Con la dichiarazione di "morte cardiaca in 20 minuti", i predatori della sanità prelevano i tessuti (cornee, valvole cardiache, ossa, tendini ecc.) a coloro che non hanno presentato opposizione scritta, perciò all'insaputa del cittadino. In questo modo riforniscono le biobanche per la conservazione dei tessuti umani, che stanno moltiplicandosi in Italia, vero business di Stato.