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Fonte:
www.antipredazione.org
"Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi e la Morte a Cuore Battente" Indirizzo: Pass. Canonici Lateranensi, 22 - 24121 Bergamo (ITALIA)
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COMUNICATO STAMPA N.19
4-Novembre-2004


LETTERA APERTA
ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI TORINO

Aurora Gjoka, 8 mesi sequestrata per trapianto di fegato
al Regina Margherita di Torino
E' sotto la patria potestà dei genitori oppure
è una cavia dei trapiantisti
 protetti dalla magistratura?

 

La Procura deve ammettere che non c'è prova più forte di condanna al trapianto dell'atto di una madre amorevole, che fugge dall'ospedale con la figlia stretta al petto per proteggerla.
 

Dice: “in questo ospedale me la ammazzate, me la porto a casa”.

Sonila, mamma 20enne, e Alban padre 26enne, albanesi, avevano diritto di rifiutare il trapianto di fegato e di prendersi la loro piccola e portarla altrove per le cure. Il sequestro della bambina da parte della polizia e dell'ospedale deve preoccupare tutti i genitori italiani, che se non reagiranno subito verranno messi in condizione di dover accettare per forza quello che i dittatori sanitari propongono (trapianti, sperimentazioni in vivo...) nella negazione di un percorso terapeutico meno traumatizzante.
 

Questi due genitori sono stati trattati come criminali, fermati dalla Polizia Ferroviaria e interrogati separatamente. Qualcuno li ha minacciati di denuncia per lesioni e ventilato che se la figlia muore per la fatica del viaggio l'accusa potrebbe trasformarsi in omicidio colposo.

E se invece l'ammazzano i medici durante l'intervento del trapianto imposto, non è omicidio volontario? 

Aurora è già stata sotto i ferri del chirurgo quando aveva un mese di vita, intervento al fegato nell'ospedale di Alessandria per atresia delle vie biliari (ostruzione parziale o totale?).

Ha già avuto la sua dose di sofferenza in questi 8 mesi.

Forse la magistratura dovrebbe domandarsi come mai il primo atto chirurgico non è andato a buon fine: se per incapacità o altre ragioni. E prima di infierire sui genitori domandarsi se la diagnosi era giusta, se l'intervento è stato fatto secondo le regole, chi ha deciso di trasferire la piccola al Regina Margherita di Torinoe perché, creando ai genitori una inumana difficoltà nell'assistere la figlia e nel controllo dei comportamenti medici.

I genitori pare vogliano curare la piccola all'ospedale di Alessandria, vicino a casa. Perché no?

Il prof. Salizzoni, già noto per il suo favore all'esproprio degli organi dalle persone in coma tramite il silenzio-assenso, sentenzia “è gravissima deve tornare presto da noi”. Perché non altrove? Perché non perfezionare l'intervento già subito ad Alessandria?

E' diventato obbligatorio subire i trapianti? Questione di statistiche, sperimentazioni,  finanziamenti? E' un dovere sociale diventare cavie al servizio del “progresso”sanitario nel caso di diagnosi grave o infausta?

E' nota l'alta percentuale di morte sotto i ferri dei trapiantisti, la breve vita infelice e bestemmiata sotto gli immunosoppressori.

I genitori non vogliono la tortura per la piccola, ma cure ragionevoli e umanamente sopportabili, anche se non evitano con certezza la morte. Perché no? E' proibito morire?

Pare che i medici non abbiano ancora capito che rifiutare una terapia o un trapianto non è eutanasia e nemmeno suicidio. Qualcuno cavalca questa forzata associazione chiamandola “eutanasia passiva” per imporre interventi invasivi contro la volontà della persona, nascondendosi dietro il cartello “salviamo la vita”. Niente di più falso. Ben altri interessi scorrono dietro le quinte di questi salvatori. Stanno trasformando il cittadino in cavia al servizio della sperimentazione, delle ambizioni, dei profitti. Casi come questo servono ad imporre la regola che solo l'autorità sanitaria possa e debba decidere sulla vita delle persone, accusate ingiustamente di incapacità di decidere del proprio destino o di quello dei loro figli.

Nel silenzio stampa piombato intorno al caso, si può temere che sotto minaccia di denuncia per lesioni si estorca a questi genitori la firma di autorizzazione al trapianto. E ancor peggio che il ricatto possa giungere fino al punto di chiedere alla madre la donazione (da vivente cosciente) del lobo sinistro del proprio fegato, rovinando così non solo la piccola ma anche sua madre.

L'Ospedale Regina Margherita è stato teatro di un altro caso di rilievo nazionale nel '98: Gabriele, nato privo di una parte di cervello, fu illegalmente intubato col preciso scopo di espiantargli il cuore. La Procura da noi allertata fece estubare il neonato che infatti respirava da solo. Purtroppo anche allora fu imposto il silenzio stampa e si seppe solo in seguito che Gabriele fu reintubato ed espiantato per fornire il suo cuore ad altro neonato di Roma, fatto nascere prematuramente allo scopo. Morirono entrambi nella tortura.

E' questo il futuro che si vuole garantire con la forza ad Aurora?

La Costituzione Italiana stabilisce che è dovere e diritto dei genitori provvedere ai figli, nonché che nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario: allora spiegateci perché questi genitori, che sono stati ritenuti idonei fino a quando hanno assecondato i medici, debbano essere ora, che si sono opposti al trapianto, espropriati di questi diritti.

Lettera inoltrata sia al Procuratore Generale dott. Giancarlo Caselli,
sia al Procuratore Capo del Tribunale dott. Marcello Maddalena.

 

Nerina Negrello
Presidente


 

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