Giornalisti e Associazioni 
che attingono a questa fonte sono tenuti ad indicare quanto riportato di seguito:


Fonte:
www.antipredazione.org
"Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi e la Morte a Cuore Battente" Indirizzo: Pass. Canonici Lateranensi, 22 - 24121 Bergamo (ITALIA)
Tel. 035-219255, Fax 035-235660,  lega.nazionale@antipredazione.org

COMUNICATO STAMPA n. 14
06-Maggio-2002


 

OSPEDALI RIUNITI DI BERGAMO
GIACOMO ZAMBETTI DI 6 MESI
CONSIDERATO IN COMA IRREVERSIBILE DOPO LA CADUTA DAL BALCONE
E' STATO TENUTO SOTTO VENTILAZIONE PER 11 GIORNI,
NON PER SALVARLO MA PER INDIVIDUARE UN RICEVENTE
 

RIFLESSIONI SU:

MADRE, PADRE, MAGISTRATURA, MEDICI, STAMPA
(
sulla base degli articoli del 18, 19, 20, 28, 29, 30 aprile e 1° e 3 maggio)

 

Giacomo, 6 mesi, cade dal balcone di casa il 17 aprile, mercoledì, intorno alle 21.

Scivola dalle braccia della mamma o viene da lei buttato nel vuoto?

 

Madre:   Quando lei grida “è caduto”, “sono inciampata”, nessuno le crede.

Ma quando il 19 maggio, sotto la pressione del magistrato, “confessa” (sic) di averlo buttato dal balcone, tutti tirano un sospiro di sollievo, tutti le credono.

L'aspettativa di questa società dozzinale è soddisfatta. Vanno di moda le mamme assassine dopo Cogne e le depressioni post-partum giustificano troppe cose. è  tutto così ovvio!

Eppure, imbottita di psicofarmaci com'era (uscita dallo psichiatrico quel giorno stesso) sarebbe stato più logico pensare che fosse inciampata, che fosse un incidente, e non avesse avuto la prontezza necessaria al caso.

Già nella notte del 18 (24 ore dopo i fatti) le rotative fissavano sulla stampa la sua condanna con queste parole: “In un momento di disperazione e di follia ha gettato dal balcone il figlioletto”.

E ancor prima, nella tragica sera del 17, la mamma viene ricoverata in psichiatria in stato d'arresto per tentato omicidio volontario.

Pare che gli inquirenti non abbiano considerato l'ipotesi di possibili responsabilità d'altri.

 

Giacomo:   Già la notte del 17 le rotative stampavano: “Il piccolo è in fin di vita” “... in coma irreversibile”.

Nella notte del 18: “Il piccolo è in condizioni disperate... il padre ha già detto... che darà l'assenso all'espianto degli organi”. “E' morto il bimbo lanciato nel vuoto” (sic). Ma quando è stato eseguito il cosiddetto “accertamento dei protocolli di Stato” per la dichiarazione di cosiddetta morte cerebrale? (Per un piccolo di 6 mesi deve essere di 24 ore).  Dalla sera del 17 alla sera del 18? (visto che i medici avevano già parlato di espianto). Oppure dopo la “donazione”, dal 18 al 19? Oppure Giacomo è stato considerato “morto cerebrale” ma l' “accertamento” è stato eseguito 10 giorni dopo quando hanno trovato i riceventi?

E perché non hanno consultato la madre, informandola del suo diritto d'opposizione? La legge prevede che per i minori entrambi i genitori siano d'accordo nel “non fare opposizione”. La legge non prevede la donazione, tanto meno di un solo genitore. Giacomo resterà sotto ventilazione per 11 giorni e almeno 10 solo come “fornitore di organi”. Verosimilmente i medici  non trovando riceventi in Italia hanno dovuto trafficare con l'estero per collocare quel cuoricino a Londra e quel fegato in Germania. Nessuna pietà per lui usato come do ut des con l'European Transplant. La tortura della ventilazione finirà dopo l'espianto sabato 27 aprile.

 

LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI 

 

Padre   Dona il figlio (così scrivono) il giorno dopo il tragico fatto. Forse non sapeva che l'espianto degli organi avviene sempre mentre il cuore pulsa autonomamente e il sangue circola. Forse non sapeva che l'operazione viene eseguita sotto farmaci paralizzanti. E forse non sapeva che la ventilazione senza trattamenti finalizzati alla salvezza, è solo inutile tortura. Forse era così sconvolto da non ricordarsi che si dona solo le proprie cose e non la vita del figlio.  E certo non sapeva che trovare un ricevente della misura di Giacomo è cosa lunga.

 

Magistratura   Concede il nulla osta all'espianto di Giacomo in quanto “donato” dal padre.

Curioso che non si sia accorta che mancava l'opinione della madre.

Curioso che non abbia vietato l'espianto trattandosi di un omicidio considerato volontario, ma non chiaro, non colto in flagrante. Infatti la magistratura per il buon esito dell'autopsia aveva facoltà di non concedere il nulla osta all'ospedale.

Curioso anche che la stessa neghi il nulla osta ai funerali del 30 aprile a motivo della necessità di effettuare l'autopsia sul corpo del piccolo “per la ricerca delle cause della morte e della dinamica dell'episodio”.

Curioso che un esame autoptico medico legale di questo peso si faccia dopo l'espianto, su un corpo già macellato, privo di cuore e di fegato e forse d'altro... rendendo l'esame di dubbia completezza e validità.

Per certo la mamma aveva il diritto di pretendere un'autopsia che desse più garanzie ai suoi diritti di difesa. Ma i diritti della madre -una folle- sono stati posposti agli interessi dei medici trapiantisti.

 

Medici   Da subito hanno detto che Giacomo era in “fin di vita”. Parole che sempre preludono alla richiesta d'organi. Il pessimismo li caratterizza, però non gli manca l'ottimismo nella ricerca della collocazione degli organi. Nessuno in Italia ne ha bisogno? Ci si rivolge all'Inghilterra: “volete un cuore piccolo piccolo?”, alla Germania: “volete un fegato piccolo piccolo?”. Si sa che sono misure preziose quelle dei neonati.

Ecco perché tengono Giacomo intubato nella tortura per 11 giorni finché non trovano dove destinarlo a pezzi.

Nessuna pietà per lui: li acceca lo sfrenato utilitarismo, la libido chirurgica, il delirio di onnipotenza della chirurgia sostitutiva.

Si sono inventati una “morte cerebrale” che dichiarano sui vivi a loro arbitrio, nel momento che gli conviene.

 

Stampa  Ha scritto:

1) “Il bimbo è stato considerato dai sanitari clinicamente morto non appena giunto in ospedale“.

2) “Dopo 24 ore il bimbo era clinicamente morto”.

3) “Il piccolo era in coma irreversibile”.

4) “E' morto il bambino lanciato nel vuoto”.

5) “A nulla sono valsi i tentativi dei medici di strapparlo alla morte”.

6) “Il piccino si è spento dopo 11 giorni di agonia”

7) “Il cuore del piccolo ha cessato di battere” (sic).

I giornalisti non si accorgono di tutte queste contraddizioni?

Come farà ad essere morto il 17 e spirare il 27, come farà ad essere usato per trapianto, se è morto, se è spirato?

Pare  che i giornalisti ancora non sappiano che l'espianto di organi è sempre su persona in coma, o se preferite “su un corpo vivo e cervello cosiddetto morto”.

Intorno a questa fondamentale ignoranza si consumano pagine di parole melense “donare per dare la vita”, “Giacomo ha riacceso due vite”, di fatto malaiformazione e propaganda.

 

 


Nerina Negrello
Presidente

 

 

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