LEGA NAZIONALE CONTRO
E
24124 BERGAMO Pass. Canonici
Lateranensi, 22
Tel. 035-219255 - Telefax 035-235660
lega.nazionale@antipredazione.org
www.antipredazione.org
nata nel 1985
COMUNICATO STAMPA
Anno XXXVIII n.9
16 maggio 2022
SVIZZERA - DONAZIONE D'ORGANI
PASSA IL CONSENSO PRESUNTO "IN SENSO LATO"
SVIZZERI DOPPIAMENTE FOTTUTI
DAL GOVERNO FEDERALE E DAL REFERENDUM DISTORTO
Fottuti dal governo
che ha modificato la legge sui trapianti di organi, tessuti e cellule il
1/10/2021 – passaggio dal consenso esplicito al consenso presunto - tradendo la
Costituzione Federale che garantisce il diritto all'integrità fisica e mentale e
all'autodeterminazione, al solo scopo di disporre di più organi;
e fottuti dal Referendum distorto del 15 maggio 2022 che si poneva in questi termini “vuoi
accettare la modifica della legge?” che il Comitato d'opposizione aveva
rivendicato per la tutela dei diritti personali confidando sul NO. Invece il
popolo, lasciato volutamente in stato di totale ignoranza sui tempi, modi e
tecniche di espianto, ha approvato in votazione federale la modifica della
legge. Quindi una assurda votazione prima della campagna informativa, che
scarica sul popolo la responsabilità della perdita dei diritti fondamentali e di
un fine vita inglorioso nella tortura.
L'unica cosa che si può dire a favore del Referendum è che è servito a dimostrare quanto enormemente ignorante sia ancora il pubblico svizzero in materia di trapianti. Quasi quanto quello italiano che da 40 anni subisce una pubblicità acritica e isterica totalmente mistificatoria.
La donazione di un organo è un intervento chirurgico e tecnicamente è un'aggressione.
Quanto sono informati coloro che acconsentono a queste operazioni?
La gente non sa che di fatto autorizza l'espianto di organi da un corpo ancora vivo, perché
innanzitutto ignora cosa vuol dire “morte cerebrale”. Il presunto “morto
cerebrale” è tale solo per definizione medico-legale. In realtà è un malato,
sovente una vittima di incidente, che l'istituzione rinuncia a curare: il cuore
ancora batte autonomamente, i polmoni respirano seppure con l'aiuto della
ventilazione meccanica, le mani, i piedi e il tronco sono ancora mobili, le
ghiandole sessuali continuano a secernere ormoni. Tutto funziona ancora, mentre
il cervello, il grande sconosciuto, è dichiarato “morto” da due medici sulla
base di protocolli fasulli, variabili e diversi nei vari Stati.
Infatti la buona riuscita dell'espianto di cuore, polmoni, reni, esige organi vivi irrorati di
sangue. Il paradosso della cosiddetta “morte cerebrale” è che il “morto” deve
per definizione essere ancora vivo, pena il fallimento della funzione
utilitaristica della morte inventata.
Quindi un Referendum senza la consapevolezza di questa cruda realtà è di fatto un
Referendum maligno, nullo, distorto, ingannevole e assassino. Omettendo tale
realtà si conduce il popolo al patibolo di fine vita, perché pensa di donare il
corpo morto, “corpi freddi” da freezer piuttosto che pazienti sotto trattamento
di sostegno alla vita ricoverati in Unità di terapia intensiva, per mantenerli
vivi.
Per certo se gli Svizzeri avessero saputo si sarebbe imposto ad una voce il
NO. Ma questa è la sporca furbizia degli Stati: che tengono all'oscuro la verità
per depistare. L'informazione pubblica che nega al cittadino il diritto di
sapere di che morte deve morire agisce inequivocabilmente nell'inganno.
Gli Svizzeri – circa 8 milioni di abitanti – hanno partecipato alla votazione
nel 40,3% degli aventi diritto. A favore 1.319.262 (60,2%); contrari 872.121 (38,8%).
Una partecipazione bassissima, che dimostra che la questione non è stata per nulla approfondita e
dibattuta. Anzi, peggio, sono state negate le basi per un giudizio consapevole.
La legge entrerà probabilmente in vigore a metà del 2024.
Lo Stato dovrà informare la popolazione in merito alla
necessità di dichiarare il proprio dissenso in una banca dati se non si vogliono
donare gli organi. L'allestimento della banca dati non sarà facile; è richiesta
per esempio una carta d'identità elettronica che ancora non esiste.
Con il passaggio al consenso presunto la donazione degli organi diventa una norma sociale,
un dovere morale, imposta come un servizio alla comunità.
Chi non intende mettere a disposizione i propri organi per trapianto dovrà nel
futuro indicare nero su bianco l'opposizione in un database istituzionale,
altrimenti in linea di massima verrà ritenuto donatore ma l'ultima parola resta
quella della famiglia e per chi non si è espresso se non si rintracciano i parenti
l'espianto è vietato (consenso presunto “in senso lato”). Ma sappiamo come vanno
le cose nel chiuso degli ospedali, a pezzetti e bocconi nel tempo e di nascosto passa l'esproprio.
Il consenso presunto erode il diritto all'autodeterminazione delle persone e apre la strada ad ulteriori pericolosi interventi statali sulla vita privata dei cittadini.
L'uomo appartiene a sé stesso e non alla comunità.
Nerina Negrello
Lega
Nazionale
Contro
e
www.antipredazione.org
Giornalisti e Associazioni |