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COMUNICATO STAMPA
Anno XXXV n.10
17 maggio 2019
IN COMA E SENZA SPERANZE,
17ENNE SI SVEGLIA DI COLPO
PRIMA DELL'ESPIANTO DI ORGANI
“La storia di Lorenzo,
che i medici avevano dato per spacciato dopo l'incidente in motorino: è
miracolosamente tornato alla vita.
Era tutto pronto per l'espianto degli organi. Lorenzo, 17 anni, era in coma
da cinque mesi dopo quel maledetto incidente in
motorino, mentre stava andando a scuola.
Ma a volte i miracoli succedono e poco prima dell'espianto
degli organi, lui si è svegliato di colpo, (ri)tornando alla vita.
Una bella, bellissima storia, dopo quel brutale scontro sull'asfalto che
stava per costargli la vita: il casco lo ha salvato, attutendo
il colpo, ma il trauma cranico ci fu e fu forte. I danni cerebrali e
respiratori sono stati importanti e Lorenzo è finiti in coma profondo. I medici
lo diedero per spacciato e chiesero ai genitori se volessero
espiantare gli organi del figlio adolescente.
Ecco, allora, il miracolo: il risveglio improvviso in quel
letto d'ospedale ...
Una spiegazione clinica non c’è. Come riporta L'Arena, il teenager è tornato a
parlare, a muoversi ed è tornato anche a scuola.” (Il giornale 14 maggio 2019,
Pina Francone)
Quando i medici danno per
“spacciato” un malato affetto da lesione encefalica per trauma o malattia
(sottoposto a ventilazione, è perché intendono indagare l'atteggiamento dei
familiari in merito alla donazione degli organi prima di comunicare alla
direzione sanitaria l'esistenza di un caso di “morte” (sic) e successivamente
mettere in atto il cosiddetto accertamento di “morte cerebrale” secondo i
protocolli di stato. La decisione precede l’accertamento.
Quindi la dichiarazione di “morte cerebrale” viene avviata dai medici
indifferentemente oggi, o domani o dopodomani a seconda dei loro interessi
organizzativi. Infatti la “morte cerebrale” è imposta anche contro la volontà
della persona ma non ha un momento preciso in cui si caratterizza essendo una
finzione sanitaria.
Il cosiddetto “morto cerebrale” può essere mantenuto in vita anche vari giorni.
Viene ucciso con l'espianto o, nel caso di non-donatori, con l'estubazione
senza svezzamento.
Nel caso di Lorenzo, 17enne, alla subdola richiesta, i genitori hanno dato
l'autorizzazione alla donazione, per legge necessaria per i figli minorenni, ma
umanamente parlando altamente immorale (i figli non sono proprietà né dei
genitori né dello stato). I minori dovrebbero essere esclusi dalla donazione.
Lorenzo è stato fortunato a svegliarsi prima del potenziale criminale espianto.
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