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COMUNICATO STAMPA
 Anno XXXIV n.23
21 dicembre 2018

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"MIRACOLO" NELLA CLINICA:
IN QUATTRO SI RISVEGLIANO DOPO ANNI IN COMA PROFONDO

Di seguito un'ulteriore prova che dimostra che il cervello è un grande sconosciuto, pertanto chi dichiara la cosiddetta “morte cerebrale” implicitamente dichiara la propria ignoranza clinica e disonestà scientifica. Infatti si può razionalmente accettare il concetto che se non c'è cura valida i medici possono sospendere i tentativi inutili e invadenti ma non si può accettare che l'ignoranza dei medici che non sanno come curare si trasformi in una dichiarazione di “morte cerebrale” per aprire impunemente le porte all'espianto utilitaristico. Il moribondo non è un morto. L'eventuale espianto praticato sulla finzione della “morte cerebrale” di un vivo incurabile è omicidio.

Dal Secolo XIX, 22.03.2018: “… È successo quattro volte nel corso degli ultimi mesi, quattro pazienti del Centro Vada Sabatia sono usciti dallo stato di coma, un evento rilevante per una struttura di riabilitazione in cui un reparto ospita persone in condizioni gravissime e con prognosi indefinita. È proprio nel nucleo riservato ai pazienti in stato vegetativo persistente che due donne e due uomini, in coma da anni, hanno dato un chiaro segnale di miglioramento. In quegli occhi sbarrati da mesi o addirittura da anni si è improvvisamente riaccesa la luce.

Per alcune famiglie, la parola più pronunciata è “miracolo”. Per quattro famiglie il centro Vada Sabatia, gestito dalla veneta Codess e diretto da Cristina Grazzini con la coordinatrice Rosanna Baroncelli, è diventato un luogo in cui si è riaccesa una speranza. «La degenza media in ospedale è sempre più breve – spiegano il direttore sanitario, Roberto Prato, ed il referente medico del reparto Paolo Serafini -, il paziente spesso torna a casa da una famiglia che deve affrontare problemi di assistenza a volte molto pesanti. Si tratta di persone reduci da incidenti stradali o sul lavoro, con situazioni derivanti da emorragia cerebrale o patologie diverse. Cerchiamo di portare le persone verso un miglioramento che permetta di riprendere il più possibile le normali attività. È chiaro che il successo dipende dalla gravità di ciascun caso, ma i progressi che abbiamo riscontrato in questi quattro pazienti ci danno uno stimolo in più».

«Il risveglio di uno dei pazienti è stato indimenticabile – racconta il coordinatore dei fisioterapisti, Gianfranco Bruzzone, che lavora con il fisiatra Roberto Sergi -. Stavamo facendo la seduta quotidiana quando ho visto che muoveva gli occhi. Allora ho iniziato a sollecitarlo, capivo che voleva parlarmi e l’ho invitato in modo insistente a dirmi quello che voleva. Alla fine si è come liberato da un blocco e mi ha mandato a quel paese. È stato un momento di grande euforia. Per lui ma anche per me. Ci trovavamo nella sala di “stimolazione polisensoriale”, dove lavoriamo con loro proponendo luci diverse e musica, anche facendo assaggiare i piatti preferiti. Un paziente, ad esempio, adorava il “tirami su” e farglielo assaggiare è stato molto utile. Alcuni qui possono anche iniziare a scrivere e disegnare». …”

Fonte: http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2018/03/21/ACuRfFHC-miracolo_risvegliano_profondo.shtml

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