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COMUNICATO STAMPA
 Anno XXXIII n.10
04 Maggio 2017

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MADRE COMBATTE PER MANTENERE VIVO IL FIGLIO
DALLA "MORTE CEREBRALE" (MONTANA)

CONRAD, Montana (USA), 30 settembre 2016 (LifeSiteNews) - Allen Calloway di sette anni potrebbe essere ancora vivo nell'ospedale di St. Vincent a Billings grazie ad un ordine del tribunale che rende sua madre, Tasha, sua tutrice e le dà la facoltà di impedire un test richiesto dall'ospedale per determinare se sia in "morte cerebrale".

Il Dr. Paul Byrne della Life Guardian Foundation ha dichiarato a LifeSiteNews "La sentenza è molto importante perché mantiene il potere decisionale coi genitori". "Inoltre, richiede l'autorizzazione da parte dei genitori o di qualcuno per effettuare la procedura dannosa, crudele e potenzialmente letale del test dell'apnea".

La controversia solleva la questione della "morte cerebrale", che, secondo Byrne, è un concetto sviluppato per massimizzare le opportunità di espiantare organi interni da persone ancora vive ma in stato di coma.

Allen quasi annegò il 22 luglio, ma i paramedici lo dichiararono vivo e lo portarono all'ospedale di Billings che ancora "respirava spontaneamente". Quando una settimana più tardi la sua condizione peggiorò ed ebbe bisogno di un respiratore per respirare, l'ospedale praticò i test previsti dai protocolli del Montana per dichiararlo in “morte cerebrale”.

Teoricamente questi test dovrebbero rilevare se c'è stato un danno "irreversibile" al cervello e, in caso affermativo, l'ospedale è autorizzato a sospendere i trattamenti di sostegno alla vita, o a mantenerli nel caso in cui la sua famiglia abbia acconsentito alla donazione di organi.
Il dott. Byrne ha dichiarato a LifeSiteNews "È nell'interesse dell'industria trapiantistica, quando non v'è il consenso al trapianto, che la persona dichiarata “morta cerebrale” rapidamente giunga a vera morte, in modo tale che la gente non scopra la menzogna propinata con la 'morte cerebrale'”.

La madre di Allen, Tasha Stone e il suo compagno, Clint Stone, hanno detto alla Corte che non erano stati informati inizialmente che i test erano finalizzati alla conferma della "morte cerebrale". Secondo la loro testimonianza, essi credevano "stessero attuando le procedure per definire la salute del cervello di Allen".

Inoltre, i test di apnea, che implicavano il distacco del respiratore, hanno causato ad Allen sofferenza, almeno secondo Stone, che era presente. I risultati hanno portato il personale medico a concludere che il bambino era "morto cerebrale" e hanno cercato di ripetere il test.
Mentre il personale dell'ospedale ha dichiarato alla Corte che i test dell'apnea sono sicuri, Byrne ha detto a LifeSiteNews che il corpo è sovraccaricato di anidride carbonica, che non solo causa sofferenza ma si rischia un danno. "A volte la gente muore a causa di questo test".

Alla richiesta del consenso per un ulteriore test dell'apnea, la madre ha rifiutato l'autorizzazione e ha chiesto un ordine del tribunale che confermasse che era la tutrice di Allen e che aveva il potere legale di rifiutare le procedure mediche. Il giudice Robert Olsen le ha garantito tale tutela e ha confermato che questa le conferiva tale potere, ciononostante l'ospedale ha contestato la sentenza del giudice.

Il giudice Olsen ha osservato che i diritti dei genitori sono "forse i più antichi fra gli interessi fondamentali di libertà che la Corte Suprema ha riconosciuto sotto le regole di un giusto procedere” della Costituzione e comprendono il diritto di prendere decisioni mediche negli interessi del bambino. E mentre un tribunale potrebbe scavalcare i diritti dei genitori per salvare la vita di un bambino, in questo caso i genitori cercavano di salvare la vita di loro figlio mentre "è l'ospedale e il suo personale che applicano procedure mediche che potrebbero portare alla fine della vita di Allen".

Le indagini della Corte hanno rivelato allarmanti incongruenze nei risultati dell'ospedale. Il personale ospedaliero ha ammesso, sotto esame incrociato, che prima di effettuare i test di apnea, Allen aveva mostrato attività cerebrali che contraddicevano i risultati dei test di apnea per la morte cerebrale.

Il dott. Byrne, un attivo oppositore dei trapianti di organi, rileva che ci sono molte elementi che indicano che la "morte cerebrale" è ingannevole. Nel Regno Unito, per esempio, gli espiantatori devono anestetizzare i donatori prima di squartare i loro corpi, per alleviarne il dolore. "Un cadavere non sente dolore", ha detto Byrne ad un intervistatore. "E diverse donne in stato d’incoscienza che soddisfavano tutti i criteri per la dichiarazione di “morte cerebrale” hanno comunque partorito. Un cadavere non porta avanti una gravidanza".

Byrne ha detto che Allen Callaway è ora in cura per ridurre il gonfiore nel suo cervello per poterlo guarire e ripristinare le sue normali funzioni. Ha aggiunto che la ricerca sul trattamento per la cura delle lesioni cerebrali è ostacolata dall'industria dei trapianti che si sviluppa sui pazienti in "morte cerebrale". "Ogni organo espiantato viene da una persona vivente come Allen. I suoi organi valgono da un minimo di un milione di dollari fino a 5 milioni".

"Crediamo che l'ospedale sia stato inizialmente ingannevole e non professionale ", ha detto Tasha Stone a LifeSiteNews. "Ma, a partire dal momento della sentenza del tribunale, sono stati molto disponibili nel preparare Allen per il ritorno a casa".

Gli Stones stanno riorganizzando quello che è attualmente la loro aula scolastica in casa (per sette ragazzi) per preparare ad Allen una camera da letto a piano terra, e stanno acquistando due respiratori (uno di scorta) e due generatori perché in inverno le interruzioni di energia sono frequenti nel Montana rurale.

"Allen non seguirà alcuna terapia speciale", ha riferito la signora Stone. "Tutto quello che speriamo e per cui preghiamo, è che si svegli". Lei ha chiesto preghiere.

NOSTRO COMMENTO: In italia la “morte cerebrale” è dichiarata d'autorità sulla base di protocolli di Stato variabili  su decreto del Ministro della Sanità. La persona dichiarata “morta cerebrale” è posta di fronte a due percorsi terribili: se è “donatore d'organi” muore per espianto praticato sotto farmaci paralizzanti a cuore battente, se la persona ha presentato opposizione al prelievo di organi e tessuti, viene estubata senza svezzamento e muore per soffocamento. In quest'ultimo caso va detto che la legge non impone il distacco della ventilazione, ma è invalsa questa prassi ospedaliera automatica e crudele per ragioni medico-difensive, ovvero per impedire eventuali riprese dal coma che danneggerebbero la credibilità dei medici ed il mercato dei trapianti.

Link https://www.lifesitenews.com/news/mother-intervenes-to-keep-brain-dead-montana-boy-alive

 

Tradotto da
Lega Nazionale Contro
la Predazione di Organi
e la Morte a Cuore Battente
www.antipredazione.org

 

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Fonte:
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