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COMUNICATO STAMPA
 Anno XXXIII n.5
09 Marzo 2017

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ZACK CLEMENTS VIVO DOPO 20 MINUTI DI ARRESTO CARDIACO

Il giovane Zack Clements si accascia al suolo durante una partita di football. Dopo 20 minuti di arresto cardiaco e di rianimazione, proprio mentre sta per essere dichiarato morto, il cuore torna a battere e non riporterà alcuna lesione cerebrale, contrariamente a quanto previsto. E' accaduto in Texas, USA.

In Italia per Decreto la “certificazione della morte per arresto cardiaco può essere effettuata da un medico (uno solo) con il rilievo grafico continuo dell'elettrocardiogramma protratto per non meno di 20 minuti primi” (D.M. 582/94 art.1). Non è obbligatoria per legge la presenza del medico in quei 20 minuti durante i quali le apparecchiature possono registrare attività cardiaca e quindi richiedere tempestive manovre rianimatorie. Cinismo? Sciatteria?

Quello del giovane Zack è un altro caso che dimostra che la dichiarazione di morte cardiaca in 20 minuti è affrettata, iniqua e liquidatoria.

Ma la frenetica corsa all'espianto per procacciare organi, non solo da persone vive in cosiddetta “morte cerebrale” come finora impone la legge, ha ispirato i criminali di alcuni Stati (prima Washington nel 1997) a prelevare organi anche da persone in arresto cardiocircolatorio e respiratorio da 1-5 minuti, quindi con cervello vivo, che vengono preparate immediatamente senza autorizzazione della persona nell'attesa che scorrano i 20 minuti per l'esecuzione finale. Ad alcuni pazienti vengono somministrati preventivamente farmaci specifici per mantenere ben irrorati gli organi in previsione dell'arresto cardiaco nonostante tale arresto possa essere reversibile!

Tale crimine è praticato anche in Italia, illegalmente, all'insaputa dei cittadini, sotto le mentite spoglie di una sperimentazione che però è praticata a piene mani in alcuni ospedali almeno dal 2010, e ciò solo per incrementare la disponibilità di organi, in quanto la “morte cardiaca” è una condizione che si verifica più frequentemente della c.d. “morte cerebrale”. Il Corriere della Sera il 10.01.2017 ne elogia la pratica. La vergogna italiana sta nel fatto di procedere per imitazione affaristica nonostante illustri medici australiani abbiano espresso pubblica condanna e chiesto una moratoria. Vedi nostro Comunicato del 17.09.2015 www.antipredazione.org.

In questa realtà illegale e manipolatoria le DAT (disposizioni anticipate di trattamento) in discussione all'Aula della Camera dal 13 marzo sono trappole mortali per ottenere che il cittadino sia lui stesso ad autorizzare, anni prima quando è sano, il veto a trattamenti e cure. Massimo della furbizia istituzionale che punta al risparmio con l'eliminazione e l'uso dei malati e dei moribondi.

Breve video su Zack al seguente link: http://video.virgilio.it/guarda-video/torna-in-vita-dopo-20-minuti-di-morte-ecco-cosa-ha-visto_bc5312045841001

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