LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI
E LA MORTE A CUORE BATTENTE
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COMUNICATO STAMPA
Anno XXXI n.17
17 Novembre 2016
COSI'
PARLO' DAVID W. EVANS, MD, FRCP
Cardiologo dimessosi dal Papworth Hospital in Cambridge per opposizione
alla morte cerebrale
MORTE SUI VIVENTI E L'ARROGANZA DEI MEDICI CHE SI SOSTITUISCONO a DIO
Lettera indirizzata al Daily Mail -
Nel suo coraggioso e diretto articolo intitolato come sopra, Melanie Phillips
smaschera l'arroganza dei membri della professione medica che, nell'interesse
del programma per i trapianti d'organi, imposero una ridefinizione di morte a
noi medici – e col tempo, agli avvocati e ai profani - nel 1979. La imposero per
mezzo di un'ordinanza del Medical Royal Colleges, senza un dibattito preliminare
- che avrebbe smascherato la pseudoscienza e le sofisticherie su cui era basata
– e senza il pre-requisito essenziale di un giudizio filosofico in merito al
nuovo concetto di morte che cercavano di imporre.
La
caratteristica del vero scienziato è che sa dire “Io non so” quando è forzato ad
una risposta su quesiti di cui l'evidenza scientifica attendibile non è
dimostrata. Una doverosa umiltà fu tristemente assente tra coloro che cambiarono
ridefinendolo il concetto di morte per ottenere cuori e fegati in condizioni
trapiantabili. Decretarono che i test praticati al capezzale del paziente sulla
funzione del tronco cerebrale che in precedenza erano usati per fini prognostici
(per esempio per prevedere la morte di un paziente comatoso entro pochi giorni),
fossero sufficienti da quel momento in poi per una diagnosi e certificazione di
morte – con ciò evitando le difficoltà legali che altrimenti sarebbero sorte nel
rimuovere organi vitali da persone legalmente (e realmente) ancora vive.
La potente campagna pubblicitaria che seguì, inizialmente basata sull'assurda
nozione che questi test semplicistici stabilivano la morte del cervello –
sebbene il 99% del cervello non veniva testato – e successivamente sulla
altrettanta insostenibile dichiarazione che fosse sufficiente assicurare la
perdita permanente della coscienza e che comunque il paziente non si sarebbe
ripreso. Quella campagna propagandistica ha avuto grande successo a giudicare
dal numero di nomi registrati nel data base dei Donatori d'Organi del NHS
Servizio Sanitario Nazionale.
Alcuni di noi che hanno tentato, negli anni, di far conoscere questi gravi fatti
a coloro che hanno in animo di registrarsi come donatori in prospettiva, sono
costretti a concludere che il Dipartimento della Salute fa una politica di
reclutamento tramite l'inganno. Cittadini altruistici ed ingenui sono
attivamente incoraggiati a dare, barrando una casella, il loro consenso alla
rimozione dei loro organi vivi “dopo la
(mia) morte” - e nessuna
spiegazione è data al fatto che queste cruciali parole saranno interpretate in
modo diverso dai medici coinvolti nei trapianti rispetto all'interpretazione di
molti altri medici nel mondo e, quasi certamente, dai parenti dei “donatori” che
potrebbero, un giorno, vederli preparati per la chirurgia di rimozione dei loro
organi in quella stessa condizione. Vedendoli ancora respirare (con l'aiuto
della ventilazione) e perfusi dai loro cuori ancora battenti e sapendo che vi
possono essere parti del loro cervello ancora funzionanti o recuperabili. I loro
cari potrebbero con ragione contestare la validità del “consenso” registrato con
l'intesa che prima dell'operazione di espianto, fatto nell'interesse di altri, i
donatori siano morti.
David W Evans, MD, FRCP
David Evans partecipò all'Audizione del 29/10/92 alla Commissione Affari Sociali del Parlamento Italiano in nome e per conto della Lega Antipredazione per fermare la “morte cerebrale”.
Consiglio
Direttivo
Lega Nazionale Contro
la Predazione di Organi
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