LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI
E LA MORTE A CUORE BATTENTE
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COMUNICATO STAMPA
 Anno XXVIII n.22
25
Ottobre 2012

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CARINA MELCHIOR E' VIVA CONTRO LA DIAGNOSI DEI MEDICI
CHE LA VOLEVANO ESPIANTARE
 

La vicenda sconvolgente di Carina Melchior, danese 19enne risvegliatasi poco prima di un espianto di organi, autorizzato dai genitori su pressione medica, ha avuto ampia risonanza sulla stampa italiana (www.antipredazione.orgrassegna stampa) tempestivamente rintuzzata dal direttore del Centro Nazionale Trapianti Nanni Costa e dalla banda dei trapiantisti, che hanno un tornaconto nel difendere il loro redditizio mestiere di vivisezione umana. 

Ecco la risposta della presidente della Lega Antipredazione Nerina Negrello su Il Sole 24 Ore:
“Macché 'errori procedurali', il direttore del CNT non deve nascondere ai cittadini la realtà italiana stabilita con L. 91/99 che all'art.3 sancisce che i familiari vengano informati per la donazione all'inizio del periodo di accertamento di morte (cerebrale), quindi prima della dichiarazione formale, e mente quando afferma che “il rianimatore parla con la famiglia di un possibile espianto di organi solo dopo che è stata accertata la morte (cerebrale), prima non è possibile, è vietata...”, infatti l'art.23 sottolinea che coniuge, figli, genitori e responsabile legale “possono presentare opposizione scritta entro il termine corrispondente al periodo di osservazione ai fini dell'accertamento di morte (cerebrale)”. Questo significa che i medici fanno richiesta di donazione prima dell'accertamento di 6 ore e l'accertamento è richiesto per “un caso di morte...”. (sic!)
C'è di più e di peggio: tutti gli esami invasivi e dannosi preparatori all'espianto di organi, cioè gli “accertamenti dei caratteri immuno-genetici” per la compatibilità, vengono effettuati sul malato molto prima dell'accertamento e senza alcuna autorizzazione della famiglia; senza contare l'angiografia cerebrale pericolosissima per questi pazienti.
In Danimarca è avvenuto ciò che avviene anche in Italia sotto la fretta del procacciamento, ma là onestamente lo ammettono e vanno ai ripari, in Italia invece si nega, si nega, si nega”. 

Su Il Corriere è apparso questo significativo commento all'articolo, firmato Adrian:
“La regola del paziente morto è una finzione - Parlando recentemente all’American Society of Bioethics a Minneapolis, Neil Lazar e Maxwell J. Smith della University of Toronto hanno affermato che è più importante sapere che i pazienti dichiarati in 'morte cerebrale' sono in condizioni 'di non sofferenza' piuttosto che appurare se siano ...vivi. Essi hanno sottolineato l’ambiguità di determinare la morte indipendentemente dai criteri cerebrali e cardiaci affermando che 'La morte cardiaca può essere reversibile e la morte cerebrale non è sempre verificabile'. Hanno però concluso che mettere da parte la 'regola del paziente morto' dovrebbe essere auspicata malgrado sembri macabra a tutti! Oggi la morte per espianto di organi viene preceduta da una agonia artificialmente prolungata, da indagini volte non ad aiutare il paziente ma a garantire, contraddittoriamente, sia la certificazione anticipata di morte sia la vitalità biologica degli organi”. 

Va ricordato che se l'individuo considerato in “morte cerebrale” non è una persona in grado di  comunicare, è pur vero che essa conserva le caratteristiche di una persona viva, perché il suo cuore batte mantenendo la circolazione in tutti gli organi, reagisce agli stimoli e muove gli arti e il tronco. Quindi non è un morto tantomeno un cadavere. Inaccettabile è l'accertamento della irreversibilità che può dipendere dalla inadeguatezza delle attuali terapie, invece che dal superamento di una soglia biologica di non ritorno. In Danimarca il Parlamento riconosce e distingue tra “morte cerebrale” per i donatori e la MORTE, che è l'interruzione contemporanea delle due funzioni vitali cardiocircolatoria e respiratoria per un tempo protratto. Non così in Italia dove la “morte cerebrale” è imposta a tutti e in rianimazione si muore o per espianto o per distacco della ventilazione. 


Consigliere Nazionale
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