LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI
E LA MORTE A CUORE BATTENTE
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COMUNICATO STAMPA
 Anno XXV n.4
25
Marzo 2009

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PIETRO TARANTINO
UNO DEI TANTI CHE IL TESTAMENTO BIOLOGICO NON AVREBBE SALVATO

 

Il caso Tarantino documenta che i medici nel chiuso degli ospedali e delle sale operatorie fanno tutto quello che vogliono. Per loro la legge non ha nessun valore. Se vengono denunciati sarà una nuova legge ad adeguarsi ai loro comportamenti per evitargli il carcere.
Sequestrano i pazienti trasferendoli da un ospedale all'altro con l'elicottero come pacchi preziosi, solo per fini trapiantistici. Intubano con troppa facilità, perché l'intubazione dà loro il diritto di dichiarare il malato, soprattutto il traumatizzato cranico, vivo o morto a seconda dei loro interessi.
Anche il Testo Unificato per la Dichiarazione Anticipata di Trattamento (DAT) in discussione al Senato esclude l'autodeterminazione sul tipo di morte (cardiaca o cerebrale?) imponendo la dichiarazione di 'morte cerebrale' su persone che hanno perso la coscienza (art. 1 comma a “tutela ... fino alla morte accertata nei modi di legge”).

Pietro, scaricato dall'elicottero in Neurochirurgia di Bergamo, subito classificato “morto cerebrale” sotto Atropina (farmaco che altera la diagnosi neurologica), non venne curato, anzi furono sospese le cure basilari avviate dal Pronto Soccorso di provenienza, la cui corretta diagnosi fu sostituita con una diagnosi inventata ma funzionale alla dichiarazione di “morte cerebrale” e subito chiesti gli esami di laboratorio “X ESPIANTO”. Tenuto pesantemente disidratato e sotto ossigenato fu trasferito in Rianimazione col timbro “DONATORE D'ORGANI”, nonostante i familiari si fossero opposti con determinazione all'espianto andando perfino in questura. Subì un esame invasivo, la coronariografia, al solo scopo di valutare la qualità del cuore da trapiantare. Di nascosto dalla famiglia, Pietro fu dichiarato “morto cerebrale” senza rispettare il protocollo previsto dalla legge e di notte fu ucciso con l'espianto. Successivamente si scoprì che alcuni organi furono trafugati (non elencati nel verbale). Il concatenarsi di tutti questi eventi ed altri, illegali, dimostra che si è sviluppata negli ospedali una mentalità utilitaristica e sprezzante della vita e dei diritti della persona, soprattutto dei pazienti in coma ventilato trasformati in “res publica”.

L'inerzia della magistratura è di estrema gravità in quanto rafforza il potere assoluto dei medici. Gli inquisiti per la morte di Tarantino hanno potuto fino ad oggi dichiarare altre “morti cerebrali” ed espiantare indisturbati. Invece l'iter processuale ha subito per 15 anni ritardi, disguidi, rinvii, amnistie, omissioni, richieste di archiviazione, opposizioni e riaperture, fino all' “incidente probatorio” (dove ai 4 consulenti di parte fu vietato di parlare) che ha portato all'archiviazione, nonostante per dichiarazione dello stesso giudice le indagini preliminari non fossero esaustive su fatti importantissimi.

Gravissima la legge vigente 91/99 in materia di espianti/trapianti, che tra l'altro non prevede il caso in cui i medici che eseguono i protocolli possano certificare falsamente la “morte cerebrale” per dolo o imperizia, né prevede alcuna punizione del reato, come se i medici fossero una casta immune da errori e pulsioni criminali. Se i medici non rispettano l'opposizione all'espianto di organi e tessuti, questa legge prevede la reclusione da 15 giorni fino a 2 anni, il che significa che può convertirsi in una semplice sanzione pecuniaria. Stessa pena inconsistente per “chiunque procuri 'senza scopo di lucro' (!!!) un organo o un tessuto prelevato abusivamente”. E ancora, solo una sanzione amministrativa per chi espianta, conserva e trapianta in luoghi non autorizzati. Quindi questa legge non frena né abusi, né mercato.
Ma se la legge non ci protegge e la magistratura di fronte ad una denuncia non procede nelle indagini, quale tutela può garantire il Testamento Biologico che non prevede alcuna pena per i trasgressori?
A che può servire se non si rimuove dal Testo Unificato l'autoritaria dichiarazione di “morte cerebrale” emessa in 6 ore su persone che vorrebbero essere curate e invece vengono uccise con l'espianto a cuore battente mentre gli oppositori all'espianto soffocati con l'estubazione?

Presidente
Nerina Negrello


 

 

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