LEGA
NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI
E
LA MORTE A CUORE BATTENTE
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COMUNICATO STAMPA |
KRISTEL MARCARINI
19 ANNI
IN COMA PER ECSTASY - MORTA PER ESPIANTO
Alle 3 di domenica mattina
(13/4/08) Kristel, colta da malore in discoteca, viene accompagnata a casa dagli
amici. In mattinata dà segni di svenimento e cefalea per cui i genitori chiamano
subito il 118. Al Pronto Soccorso di Clusone (Bg) Kristel entra cosciente e
accenna a delle pastiglie. I medici, dopo averla intubata, dispongono il
trasferimento all'ospedale di Seriate (Bg) in terapia intensiva (se respirava
spontaneamente non andava intubata). In serata nuovo trasferimento questa volta
ai Riuniti di Bergamo in Neurochirurgia.
“Tac
e risonanza magnetica non avrebbero rilevato segni di emorragie cerebrali
spontanee, ma un gonfiore edematoso della corteccia cerebrale che viene ritenuto
compatibile con i possibili effetti tossici indotti dall'ecstasy” (L'Eco di
Bergamo 16/4).
Che fretta c'era di dichiararla morta cerebrale? Perché non farle subito una
lavanda gastrica e una terapia farmacologica
anti-edema protratta e non per poche ore? Non aveva fratture, non aveva
emorragie: una paziente con edema cerebrale non va in coma se si praticano le
giuste terapie antiedemigene (cortisone, mannitolo, lasix) in dosi generose.
Constatato che non si trattava di emorragia cerebrale doveva intervenire un
tossicologo che avrebbe trovato i farmaci e le dosi giuste per diminuire
l'edema. Forse se i genitori non avessero acconsentito alla donazione degli
organi, per altro illegale
perché Kristel non aveva il documento di donatrice e quindi i genitori potevano
solo opporsi, non donare, un impegno maggiore avrebbe caratterizzato il
comportamento dei medici.
Si trapiantano organi intossicati? Se erano sani non era meglio che restassero
al loro posto?
Inoltre, appare grave il
superamento delle norme di legge
che impongono all'autorità giudiziaria, nei casi sospetti di reato, di
ordinare un'autopsia medico-legale chiarificatrice e valida
che automaticamente dovrebbe escludere l'espianto di organi in quanto sottrae
gli organi su cui fare le valutazioni del caso. Pare che di fronte al
procacciamento di organi passi in secondo ordine la ricerca della verità.
L'espianto si esegue sempre a cuore battente, mentre l'autopsia vera si deve
eseguire a cuore fermo, in arresto cardio-circolatorio e respiratorio. Lo
insegna il caso di Federica Monteleone, 16enne, il cui espianto è stato bloccato
dal magistrato, ai fini dell'autopsia, su richiesta degli stessi medici
inquisiti per l'incidente avvenuto in sala operatoria a Vibo Valentia,
nonostante la pressione del padre per la donazione. Ciò dimostra che un'autopsia
valida richiede sempre il corpo intero.
L'età stessa avrebbe dovuto indurre il magistrato a ritenere sospette le
condizioni in cui Kristel è stata ricoverata, nonché la presenza di tracce di
anfetamine nel sangue e non ultime le dichiarazioni di Kristel stessa e degli
amici, quindi il magistrato avrebbe dovuto negare il -nulla osta- per
l'espianto se voleva andare ad una vera autopsia chiarificatrice delle
responsabilità.
Il Procuratore di Bergamo a lato
del fascicolo aperto contro il ragazzo che ha venduto la droga, a nostro avviso,
dovrebbe aprirne un altro per indagare sulla fretta di chi ha dichiarato la
cosiddetta “morte cerebrale” a cuore battente che può nascondere l'omissione
delle immediate terapie antiedemigene per il salvataggio della vita di Kristel.
Come sempre si perde tempo prezioso con i vari trasferimenti (tre ospedali) e si
tralasciano le terapie mirate. Questi ritardi favoriscono il raggiungimento dei
parametri stabiliti dai protocolli di Stato per la dichiarazione di cosiddetta
“morte cerebrale” e successivo espianto.
L'ideologia del trapianto ad ogni costo, sviluppa le intubazioni piuttosto che
le cure.
Presidente
Nerina Negrello
Giornalisti e Associazioni |