LEGA
NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI
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nel 1985
COMUNICATO STAMPA
Anno XXIV n.7
10 Aprile 2008
ZACK DUNLAP DICHIARATO MORTO SI RISVEGLIA
Eccovi un'altra prova di quanto
sia fasulla la dichiarazione di "morte cerebrale" (vedi traduzione articolo
allegata).
Zack è vivo per il buon senso e la determinazione dei suoi cugini che non si
sono rassegnati alla diagnosi dei medici, ma hanno testato loro direttamente le
reazioni di Zack allo stimolo del dolore dimostrando che era vivo. Avrebbero
dovuto farlo i medici che al contrario sono più propensi a salvare gli organi
piuttosto che salvare i legittimi proprietari.
Zack è stato intervistato da una rete nazionale americana; in Italia nessuno gli
avrebbe dato spazio come dimostrato nel caso di Toni Mangogna (del tutto
simile), per paura che si metta in discussione la "morte cerebrale".
Presidente
Nerina Negrello
* * *
FONTE: http://www.msnbc.msn.com/id/23775873/from/ET/ DICHIARATO
MORTO, L'UOMO SI RISVEGLIA. Di Mike
Celizik col contributo di
www.todayshow.com |
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Zack Dunlap non ricorda molto del
giorno in cui “morì” ma ricorda bene di aver sentito un medico dichiarare che
lui era un “morto cerebrale” e ricorda di essersi sentito incredibilmente
infuriato.
“Per fortuna che non mi
potevo alzare per fare quello che avevo voglia di fare”, dice il ragazzo
dell’Oklahoma con un filo di voce in un’apparizione esclusiva lunedì durante il
programma Today dagli studi televisivi di New York.
E cosa gli avrebbe fatto, ha chiesto la giornalista Natalie Morales del Today, a
chi ha seguito il miracoloso recupero a partire dall’incidente
con la sua quad bike ATV (Nov. 17) che
gli procurò un terribile trauma cranico.
“Probabilmente saremmo
volati insieme fuori sfondando la finestra” dice il 21enne con un sorriso.
Ha superato mesi di riabilitazione e sta ancora migliorando ma ha ancora
problemi con la memoria e gli stati emotivi.
“Mi sento abbastanza
bene ma è molto dura” ha detto, con tutta l’eccitazione di un ragazzo che è a
New York in onda su una rete nazionale. Sto meglio, ha confermato, ma tutto il
processo è frustrante.“Non ho pazienza” ha detto tranquillamente.
Era accompagnato dai suoi genitori, Pam e Doug Dunlap, e sua sorella minore,
Kacy, che erano più che felici di attendere il suo recupero.
“Sta procedendo
straordinariamente bene” ha detto Pam Dunlap “Ha ancora molti problemi di
memoria. Serve molto tempo al cervello per guarire dopo un trauma cranico come
quello. Potrebbe volerci un anno o più, prima che riprenda completamente, ma va
comunque bene, non mi interessa il tempo che sarà necessario; siamo solo grati e
felici di averlo qui.”
“Non
c’era attività”
I medici non hanno alcuna spiegazione sul perché Dunlap sia vivo. Stava guidando
la sua moto ATV truccata con degli amici quel fatidico sabato, a meno di una
settimana dal giorno del Ringraziamento.
Prese parte ad una parata quel mattino, improvvisando impennate e impressionando
la folla, poi sono usciti di pista con le loro quad bikes. Lui non aveva il
casco.
Dunlap si trovava dietro ai suoi amici in una strada principale appena fuori
Davidson, Okla., non molto distante da casa sua nella cittadina di Frederick
vicino al confine con lo stato del Texas. Accelerò con la sua quad bike per
raggiungerli, facendo un altra impennata sulle ruote posteriori; quando
riabbassò le ruote anteriori, vide che stava per scontrarsi con la moto di un
amico ferma poco oltre sulla via.
Dunlap cercò di sterzare ma la sua moto si capovolse e lui volò via battendo
prima la testa e finendo a faccia in giù sull'asfalto. Rimase immobile non
rispondendo neanche ai suoi amici che chiamarono subito il 911.
Portato prima in un ospedale locale fu poi trasportato in elicottero a 50 miglia
di distanza allo United Regional Health care System a Wichita Falls in Texas
dove era presente un’unità traumatica in grado di trattare i seri danni
riportati al suo cervello. Ma 36 ore dopo l’incidente i medici eseguirono
una PET scan del suo cervello e informarono i genitori, assieme a tutti
gli altri membri della famiglia presenti in ospedale, che il sangue non affluiva
più al cervello di Zack il quale era in stato di “morte cerebrale”.
I medici mostrarono la radiografia del cervello di Zac ai suoi genitori e Doug
Dunlap ha detto alla Morales “Non c’era la minima attività cerebrale. Il sangue
non circolava affatto.”
“Dissero
che era in morte-cerebrale”
I genitori disperati erano di fronte alla terribile decisione di lasciare il
proprio figlio collegato ai macchinari che lo tenevano in vita o di staccare la
spina e lasciare che il corpo seguisse il suo cervello nella morte.
“Non lo volevamo come un
vegetale” disse Doug Dunlap “Non sapevamo cosa gli sarebbe capitato. Dicevano
che era in morte cerebrale e che non era più vivo, quindi ci stavamo preparando
al peggio”.
Zack aveva dichiarato sulla sua patente che voleva essere un donatore di organi,
così genitori diedero il permesso ai medici di mantenere il suo corpo vivo per
consentire l’espianto.
“Zack è sempre stato un
generoso. Ha sempre voluto assicurarsi che tutti avessero quello di cui avevano
bisogno”. Doug Dunlap continua “Non voleva arrendersi e anche noi non volevamo
che i suoi organi si arrendessero e così fu”.
La decisione era presa, c'era solo da attendere diverse ore affinché una squadra
per l'espianto arrivasse in elicottero. La famiglia passò il tempo dicendogli
addio.
In questo tempo con lui, la nonna di Zack, Naomi, pregò. La sua richiesta era
semplice “solo un miracolo” ha detto alla Morales. “Era troppo giovane perché
Dio se lo riprendesse”.
Circa
quattro ore dopo i medici dichiararono Zack morto, un infermiere iniziò la
preparazione di Dunlap. I suoi cugini, Dan e Christy Coffin, entrambi
infermieri, erano nella stanza. Qualcosa nell’aspetto di Zack fece pensare loro
che non era proprio morto come dicevano i medici. Su un intuizione, Dan tirò
fuori il suo coltello a serramanico e fece
scorrere la lama sulla pianta di un piede di Zack.
“Nostro
figlio è ancora vivo!”
Il piede si ritrasse ma un altro infermiere
disse che si trattava di un riflesso condizionato, poi Dan Coffin ficcò
un'unghia della mano sotto una delle unghie di Zack. Zack spostò di colpo il
braccio verso il suo corpo, e questo, l’altro infermiere era d’accordo, non era
un riflesso condizionato, era un segno di vita.
“Passammo dal totale
abbattimento a ‘Oh mio Dio, nostro figlio è ancora vivo!’” dice sua madre
“Questa fu una sensazione meravigliosa. Siamo passati dall’emozione più
terribile che un genitore possa provare al massimo della felicità. Ci sentivamo
molto cauti perché non eravamo sicuri di quale sarebbe stata la prognosi, ma il
solo sentire che era tornato con noi è qualcosa che ricorderemo per sempre.”
I medici avvisarono la famiglia del fatto che Zack aveva subito un profondo
danno a livello cerebrale che avrebbe potuto impedire il suo ritorno ad una
normale vita attiva, ma cinque giorni dopo aprì gli occhi e 48 giorni dopo
l’incidente uscì dal centro riabilitativo e tornò a casa dove l’intero paese gli
diede un benvenuto degno di un eroe.
Sta ancora lavorando per recuperare la memoria e controllare le sue emozioni e
vorrebbe tornare a svolgere il suo lavoro di magazziniere. Vorrebbe anche
riavere la sua patente.
“Sto aspettando di
guidare dal giorno in cui sono uscito dalla riabilitazione” dice.
Alla richiesta della Morales, Zack ha tirato fuori il coltello dalla tasca dei
suoi pantaloni che suo cugino aveva usato per provare che era ancora in vita.
Dan Coffin glielo ha lasciato come regalo e come ricordo.
“Mi rende grato il fatto
che loro non si siano arresi” dice Zack, giocherellando col coltello che ha in
mano “Non lasciate che i buoni muoiano giovani.”
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