Giornalisti e Associazioni |
Ospitiamo il Comunicato Stampa dell'AEDfemminismo
sul vaccino anti-HPV
in quanto gruppo
promotore,
nel 1985 della Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi
AEDfemminismo Associazione Educazione Demografica Pass. Canonici Lateranensi, 22 - 24121 BERGAMO Tel. 035-244337 Fax 035-235660 |
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COMUNICATO
STAMPA
8 Marzo 2008
8 marzo 2008
CI VOLEVANO LE DONNE EMANCIPATE AL GOVERNO E UN MINISTRO FEMMINA
PER USARE LE MINORENNI COME CAVIE E FONTE DI
PROFITTI
VACCINO ANTI PAPILLOMA HPV
“STUPRO SANITARIO”
Per le 280.000 bambine italiane di 11/12 anni, nate nel 1997, e per le loro mamme chiamate dal servizio sanitario ad inoculare il Gardasil alle figlie, il 2008 sarà anno di sventura perché le bambine in gran numero verranno sottoposte alla vaccinazione “contro” il Papilloma virus accusato di essere produttore di cancro al collo dell'utero, a trasmissione sessuale. L'esca è la paura del cancro che da anni le varie lobby sanitarie istituzionali e non, Ministero compreso, coltivano per sviluppare bieche operazioni commerciali come questa e dannose pseudo-sperimentazioni di massa sulla popolazione.
Facile colpire le bambine manovrando l'ignoranza delle mamme, che se per intuizione non cedono inizialmente alla propaganda insistente ed omissiva, verranno alla fine per lo più prese all'amo con la frase “Se tua figlia avrà il tumore al collo dell'utero in futuro sarà colpa tua”. Solo le più sveglie resisteranno al vile ricatto affettivo, sotto la pressione di una presunta obbligatorietà morale.
Allarmismo del tutto
ingiustificato.
Dai dati scientifici il papilloma virus è presente nell'80% di uomini e donne e
sovente fin dalla nascita, cioè è un normale abitatore delle mucose del pene,
della vagina e della cervice, un germe che di per sé è innocuo e comune al pari
di altri virus e batteri presenti. La trasmissione è anche al di fuori della via
sessuale. Il contatto non comporta la malattia, ma eventualmente l'infezione
generalmente transitoria. Il virus può tranquillamente scomparire da solo, anzi
è la situazione più frequente e più probabile. In un 10% di casi (e più) il
virus convive tutta la vita senza creare mai problemi. Il virus HPV non indica
malattia, ma il rischio nell'1% dei casi di sviluppare nel tempo lesioni
(macchie) trattabili. Perché si sviluppi un tumore sulla eventuale lesione non
curata occorre tanto tempo circa 20/40 anni ed è un fatto eccezionale che si
presenta nell'1% dei casi. Quindi l'infezione non è una malattia ma un fattore
di rischio (Dr. M. Sideri ginecoloco-oncologo).
“Se
le mamme volessero sapere quanto dura l'immunità, e se fra qualche anno si dovrà
fare un richiamo o se l'essersi vaccinati non porrà altri problemi più avanti, e
se le bambine che si vaccinano oggi saranno davvero protette dal tumore, si
dovrebbe ammettere molto candidamente che per nessuna di queste domande c'è
risposta” (Dr. G. Remuzzi immunologo).
Cosa c'è nel vaccino? Il virus vivo (papilloma)
geneticamente modificato.
Chiarito questo non c'è logica nella direttiva Ministeriale.
Perché produrre un danno immediato alle bambine di 11/12 anni che non fanno
sesso, per evitare una ipotetica malattia fra 20/30/40anni con un vaccino
sperimentale che ha copertura non garantita e di soli 5 anni?
Nel
Notiziario Ministeriale Febbraio 2008, la Ministra Livia Turco, scrive:
“l'offerta pubblica gratuita della vaccinazione è rivolta alle bambine tra
gli 11 e i 12 anni perché in questa fascia è massimo il profilo
beneficio-rischio”. Ma i rischi non li enuncia, li omette con sapiente
rimozione.
Ha ricordato che “Alla base dell'età... c'è la volontà di facilitare
l'offerta anche a bambine che altrimenti non avrebbero accesso per ragioni
sociali, agganciandosi alla frequentazione della scuola
dell'obbligo...”(24.11.07). Quindi scelta strumentale e classista.
Turco ammette:
“è un'offerta... a uso controllato per sorvegliare attivamente gli effetti sulla
popolazione esposta al vaccino”. Quindi è rischiosa sperimentazione di massa
sulle bambine cavie.
Turco propone: “particolare cautela di
somministrazione nell'età fertile” perché “i dati attualmente disponibili
non sono sufficienti...”. Quindi si dovrà considerare il Ministero e la
Turco responsabili penalmente di eventuali morti intrauterine o anomalie
congenite da vaccino di donne rimaste gravide a sorpresa, dopo essere state
vaccinate.
Turco precisa: “Saranno le
evidenze scientifiche, degli studi di efficacia a dirigere la scelta di
estendere la vaccinazione contro il Papilloma virus ad altre categorie di
giovani donne...”.
Negli Stati Uniti, che sono stati
i primi ad autorizzare il vaccino nel giugno 2006 - solo 5 Stati dei 50 lo
raccomandano. Dopo le violente polemiche esplose nel Texas, giungono le voci di
medici, scienziati ed esperti che testimoniano di non essere stati consultati
prima della travolgente ordinanza esecutiva del governatore del Texas Rick Perry
e denunciano che il Gardasil è pericoloso e non testato, distribuito per puro
profitto, responsabile di pericolosi effetti collaterali.
Effetti negativi sono stati segnalati in 20 Stati, “le reazioni vanno dalla
perdita della coscienza al collasso” riporta The Washington Time. “Alcune
bambine hanno accusato gravi mal di testa, capogiri, nausea, febbre e perdita
temporanea della vista...”. “Segnalati 13 casi di sindrome di Guillan Barrè”. Il
National Vaccine Information Center segnala 5 morte, 51 invalide e 1.358
ricoverate d'urgenza.
L'Association Press denuncia che il governatore del Texas Rick Perry ha stretti
legami con la Merck Pharmaceutical da cui ha ricevuto soldi per la sua campagna
di rielezione. “Perry ha legami con donne di Governo, gruppo di pressione
intergovernativo nazionale che si batte per una legge obbligatoria e ha ricevuto
fondi dalla Merck”. Tutti e 50 gli Stati sono stati bersaglio, tramite pagamenti
ai governatori e ai funzionari, degli sforzi dei maggiori lobbisti (NY Times
17.02.07).
Anche in Europa esiste la lobby delle donne che hanno siglato la giornata anti-HPV. In Italia nel giugno '07 è stata costituita la “Commissione Salute delle Donne” a tal fine. Nel novembre '05 nasce l'Osservatorio Nazionale sulla salute della donna (O.N.Da), presidente Francesca Merzagora voluto da ditte farmaceutiche che “credono nella sua mission”, collegato all'IEO istituto oncologico di Veronesi che si è posto come pioniere della Vaccinazione anti-HPV iniziando uno studio clinico per vaccinare a 17 e 18 anni. Collabora nella campagna di propaganda partita il 23 Febbraio dal Ministero della Sanità, che comprende spot televisivi e radiofonici ingannevoli di “persuasione mediatica”.
“PROMOZIONE
DELLA SALUTE DELLE DONNE”, “SALUTE DI GENERE” = nuovo mercato.
Ci volevano le donne al governo perché il sistema dei profitti sanitari
proliferasse con:
- la vaccinazione anti-HPV gratuita alle minorenni e a pagamento alle
ipocondriache (Turco);
- la raccolta precoce dei cordoni ombelicali presi ai neonati e alle madri
sfinite dopo il parto con la clausola ricattatoria: “cordone a disposizione solo
se a metà con lo Stato” (Turco);
- gli espianti/trapianti favoriti dalla Legge dell'esproprio e dai tesserini
ingannevoli (Bindi); ecc.
Le donne al Governo? Una presenza di mera copertura di giochi economici e di potere che ha facilitato la riduzione del genere femminile ad un ammasso tremebondo e ipocondriaco di corpi senza orgoglio, facili prede delle sperimentazioni di massa e utili alle speculazioni economiche sanitarie.
Quindi lottare e non votare
Le donne dell'AEDfemminismo
INFORMATIVA
I vaccini anti HPV (human papilloma virus) attualmente sul mercato sono due: Gardasil (€ 564 per tre iniezioni) commercializzato negli Stati Uniti dalla Merck Phalmaceutical, coadiuvata in Europa dalla partner francese Sanofi-Pasterur. In concorrenza pronto anche il Cervarix prodotto dalla GlaxoSmithKline britannica. Si profila una guerra tra aziende per conquistare il mercato. L'indicazione alla vaccinazione data dalle autorità è dai 9 anni ai 26, dopo i 26 solo screening. La vaccinazione proteggerebbe dai ceppi 16 e 18 sui 100 virus HPV conosciuti.
Si tratta di un'iniezione intramuscolare iniziale e due richiami entro sei mesi. Si prevedono altri richiami dopo 5 anni al termine della presunta protezione.
Anche i Paesi europei hanno reso disponibili sul mercato il vaccino HPV, ma l'Italia è il primo che lo distribuisce gratuitamente alle 11enni. I finanziamenti in Italia ammontano a 100 milioni di euro, e forse più, che fa capire che questo è un business sanitario per gestire fondi da capogiro.