LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI

E LA MORTE A CUORE BATTENTE

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COMUNICATO STAMPA
 Anno XXII n.5
13 giugno 2006
 

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DAL SOLO FATTO CHE UNA DONNA PORTA AVANTI UNA GRAVIDANZA,

NE DERIVA UNA CERTEZZA: LA DONNA E' VIVA

 

 

 

La Clinica equivale alla patologia dell'individuo.

Tale affermazione insegnata e tramandata dai maestri del passato prevede una diagnosi anatomo-patologica che stabilisca in primis, Sede, Tipo, Estensione della Lesione, criteri che valgono per la medicina attuale e di sempre e che sono strettamente legati al “caso clinico”.

 

La dicitura “morte cerebrale” non è una diagnosi, soprattutto se non è seguita dagli attributi sopra menzionati.

Giornali e TV riferiscono che una madre considerata subito dai medici cerebralmente morta (dopo rottura di un aneurisma cerebrale) è stata tenuta in vita 78 lunghissimi giorni non per curarla, ma solo per sviluppare la vita del feto, riducendo la madre ad un semplice contenitore senza diritti, sottoposta a parto cesareo e, ultimato il compito, liquidata con l'espianto degli organi. Entrambe le scelte si adducono alla famiglia, ma ciò che è certo è che non è stato consultato il Comitato di Bioetica dell'Ospedale Niguarda come prevede la norma (v. Corriere dell'11 giugno '06).

Alle sette del mattino del 24 marzo si manifesta il colpo apoplettico. E' presumibile che la paziente sia giunta all'ospedale Niguarda di Milano intorno alle nove. Perché non si è tempestivamente, con urgenza, eseguito un intervento di chiusura della rottura dell'aneurisma e di drenaggio dell'ematoma? Perché si è preferito tentare di salvare la vita del feto, rinunciando sin dall'inizio ad una terapia mirata al salvataggio della madre? E' noto che l'etica internazionale ed anche Italiana presuppone che tra le due vite la priorità è materna.

Il mancato intervento chirurgico sulla madre al momento del ricovero e l'espianto subito dopo il parto cesareo sembrano due azioni collegate.

Piero Ostellino noto giornalista del Corriere della Sera, afferma “E' giustificabile spegnere la vita della madre dopo la nascita?”

 

Prof. Dott. Massimo Bondì

L.D. Patologia chirurgica e

Propedeutica clinica

Università La Sapienza – Roma

M.D. General Surgeon Sydney

Comitato Medico Scientifico

 

 

 

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