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Fonte:
www.antipredazione.org
"Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi e la Morte a Cuore Battente" Indirizzo: Pass. Canonici Lateranensi, 22 - 24121 Bergamo (ITALIA)
Tel. 035-219255, Fax 035-235660,  lega.nazionale@antipredazione.org

COMUNICATO STAMPA
03-Ottobre-2003 N.12


TRIBUNALE DI BERGAMO
OGGI CONCLUSO L'INCIDENTE PROBATORIO IN CAMERA DI CONSIGLIO:
IL PROCEDIMENTO TORNA NELLE MANI DEL P.M.
Pietro Tarantino, camionista
destinato all'espianto, senza diagnosi e cure
 

 

Oggi concluso l'incidente probatorio con l'esame del perito del GIP Prof. Silvio Merli. 

Dopo 14 anni finalmente i parenti di Pietro Tarantino cominciano ad intravedere la possibilità che “il caso Tarantino” arrivi a dibattimento presso il Tribunale di Bergamo. 

L'incidente probatorio, oggi concluso, è stato disposto dal GIP Dr. Stefano Storto al fine di verificare “Se la morte di Tarantino fu determinata da negligenza, imperizia, imprudenza dei sanitari indagati ovvero da una condotta cosciente e volontaria degli stessi...” come sostiene la famiglia.

Al Pubblico Ministero titolare dell'inchiesta, Dr.a Carmen Pugliese, spetterà ora il compito di decidere se i molteplici elementi emersi nell'incidente probatorio possano finalmente condurre al rinvio a giudizio dei medici indagati (Dr. V. Gravame, Dr. F. Lubrano, Dr. M. Rizzi, Dr. V. Bonito, Dr. F. De Gonda).

 A parere dei difensori della parte offesa, Avv. Nunzia Coppola Lodi del Foro di Bergamo e Avv. Barbara Viale del Foro di Monza – ausiliati dai consulenti Prof. Massimo Bondì, Dr. Dario Miedico, Dr.a Maria Luisa Robbiati e Nerina Negrello (Presidente della Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi e la Morte a Cuore Battente) - sono ormai ineludibili gli elementi che vanno a corroborare la tesi che la volontà di effettuare l'espianto abbia preso il sopravvento sull'interesse del paziente di essere curato.

Nerina Negrello
Presidente

 

Ricordiamo i fatti:

Pietro Tarantino ha un incidente la mattina del giorno 23 marzo '89. Ricoverato al Pronto Soccorso dell'ospedale di Vaprio D'Adda viene trasferito in elicottero all'ospedale di Bergamo ove giunge alla Neurochirurgia alle 9.20 ca. dove è valutato in coma profondo sotto il farmaco Atropina che produce midriasi. Ai familiari che giungono alle 11/11.30 il medico dice che il fratello è morto (sic) e chiede gli organi: opposizione immediata della famiglia. Dalle cartelle si rileverà che non fu né trattato, né curato: tolti perfino gli antiedemigeni iniziati dal P.S. di Vaprio, cura base ed indiscussa in questi casi; tenuto pesantemente disidratato e in grave ipossia nelle 24 ore rimasto in Neurochirurgia dove fin dal primo giorno vengono chiesti esami di laboratorio urgenti "X ESPIANTO". Trasferito col timbro "DONATORE D'ORGANI" alla Rianimazione, dove il 24 marzo, giorno precedente al cosiddetto accertamento di "coma depassè", viene eseguita una coronariografia invasiva e dannosa, finalizzata non al paziente, ma alla valutazione del cuore da trapiantare. I parenti si opposero andando in Questura ben 3 volte. Di nascosto, nel mancato rispetto della legge, il giorno 25 fu dichiarato, illegalmente, "morto cerebrale" a cuore battente ed espiantato nonostante l'opposizione.  Cuore e reni furono prelevati inspiegabilmente col "nulla osta" della Procura, il pancreas senza neppure il "nulla osta" e si scoprì dall'autopsia che il fegato e l'aorta furono prelevati clandestinamente.

 

Nerina Negrello
Presidente

 

   

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