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Fonte:
www.antipredazione.org
"Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi e la Morte a Cuore Battente" Indirizzo: Pass. Canonici Lateranensi, 22 - 24121 Bergamo (ITALIA)
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COMUNICATO STAMPA
15-Marzo-2004 N.
10


PIETRO TARANTINO
diagnosi inventata - terapie assenti
espianto illegale - organi trafugati
Tribunale di Bergamo
IL CASO E' ANCORA APERTO
IL GIP NON HA RITENUTO DI ARCHIVIARE TOUT-COURT
INVECE HA FISSATO L'UDIENZA IN CAMERA DI CONSIGLIO
PER IL 17.03.04, ore 11.30

Il caso è ancora aperto: il GIP Dr. Storto infatti non ha ritenuto di archiviare definitivamente la pratica dopo la richiesta in tal senso del Pubblico Ministero a conclusione dell'Incidente Probatorio. Ha fissato invece l'udienza in Camera di Consiglio per il 17.3.04 al fine di valutare gli elementi probatori indicati nell'opposizione all'archiviazione presentata dagli avvocati Nunzia COPPOLA LODI del Foro di Bergamo e Barbara VIALE del Foro di Monza, ausiliate dai consulenti di parte (Prof. Dr. Massimo BONDI', Patologo e Chirurgo generale; Dr. Dario MIEDICO, medico-legale; Dr.a Maria Luisa ROBBIATI, anestesista-rianimatrice e Nerina NEGRELLO, presidente della Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi).

La difesa ha messo in rilievo nell'opposizione le gravissime contraddizioni contenute nella perizia redatta dai consulenti del giudice. Tra le altre in particolare il mancato rilevamento da parte dei periti di una diagnosi manifestamente inventata, la valutazione del coma compiuta sotto Atropina, farmaco che provoca dilatazione fissa delle pupille e per questo proibito da tutti i testi di traumatologia cranica, e l'assoluta assenza di terapie e monitoraggi.
Fondamentale resta l'interrogativo se le terapie che Tarantino avrebbe dovuto ricevere e che invece gli sono state negate, avrebbero compromesso la qualità degli organi che i medici intendevano fin dall'inizio trapiantare.

Da 14 anni, e dopo ritardi, disguidi, rinvii, amnistie, omissioni delle indagini, richieste di archiviazione, opposizioni e riaperture, la famiglia chiede un processo regolare, ove le prove possano ottenere la garanzia del contraddittorio, e chiede risposta al drammatico quesito: “Perché la Neurochirurgia dell'ospedale di Bergamo ha ignorato la diagnosi corretta emessa dal Pronto Soccorso di Vaprio, da cui proveniva Tarantino, e l'ha sostituita con una diagnosi errata e inventata?”
I medici indagati sono: Dr. Vincenzo
GRAVAME, Dr. Francesco LUBRANO, Dr. Maurizio RIZZI, Dr. Virgilio BONITO, Dr. Federico DE GONDA.

Nerina Negrello
Presidente

I fatti: Pietro Tarantino ha un incidente alle 7 circa del giorno 23 marzo '89. Ricoverato al Pronto Soccorso dell'ospedale di Vaprio D'Adda viene trasferito in elicottero all'ospedale di Bergamo ove giunge alla Neurochirurgia alle 9.00 ca. dove è valutato in coma profondo sotto Atropina, farmaco che produce midriasi. Ai familiari che giungono alle 11/11.30 il medico dice che il fratello è morto (sic) e chiede gli organi: opposizione immediata della famiglia. Dalla cartella clinica si rileverà che a Bergamo non fu né trattato, né curato: tolti perfino gli antiedemigeni iniziati dal P.S. di Vaprio, cura base ed indiscussa in questi casi; tenuto pesantemente disidratato e in grave ipossia nelle 24 ore rimasto in Neurochirurgia dove fin dal primo giorno vengono chiesti esami di laboratorio urgenti "X ESPIANTO". Trasferito col timbro "DONATORE D'ORGANI" alla Rianimazione, dove il 24 marzo, giorno precedente al cosiddetto accertamento di "coma depassè", viene eseguita una coronariografia invasiva e dannosa, finalizzata non al paziente, ma alla valutazione del cuore da trapiantare. I parenti si opposero andando in Questura ben 3 volte. Di nascosto, nel mancato rispetto della legge, il giorno 25 fu dichiarato, illegalmente, "morto cerebrale" ed espiantato a cuore battente nonostante l'opposizione. Cuore e reni furono prelevati inspiegabilmente col "nulla osta" della Procura, il pancreas senza neppure il "nulla osta" e si scoprì dall'autopsia che il fegato e l'aorta furono trafugati.

 

 

 

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