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INTERVISTA ALL'AVV. STEFANO TESSA
Per cercare di capire meglio come sta procedendo la vicenda sotto l'aspetto giudiziario, ci siamo rivolti all'avv. Stefano Tessa, del Foro di Torino, che ha “in mano” il caso Tarantino.
“Lo scorso 7 giugno – ci ha detto – è stata celebrata l'udienza in Camera di Consiglio. Nella circostanza il giudice per le indagini preliminari, Dr. Stefano Storto, doveva valutare se accogliere la richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero, Dr.ssa Carmen Pugliese, oppure se respingere tale richiesta di archiviazione e proseguire oltre nelle indagini come da noi indicato in un atto d'opposizione avverso alla richiesta d'archiviazione”.
E cosa è accaduto?
“Abbiamo per l'ennesima volta svolto le nostre argomentazioni e siamo fiduciosi che il giudice accolga la nostra richiesta, anche perché esistono già due precedenti ordinanze dello stesso giudice, rimaste praticamente lettera morta, con cui il giudice aveva già in precedenza ordinato al pubblico ministero di proseguire nelle indagini e di svolgere una perizia medico-legale con le forme dell'incidente probatorio, al fine di chiarire alcuni dubbi che rimangono in relazione a questo procedimento prima di procedere con la richiesta di rinvio a giudizio degli imputati”.
Dunque una risposta ancora non l'avete ottenuta?
“In casi come questo il giudice non si pronuncia subito, ma si riserva di decidere entro alcuni giorni. A tutt'oggi non ho ricevuto alcuna comunicazione ufficiale, ma spero che questa volta si possa andare finalmente fino in fondo”.
Cosa ne pensa di un caso come questo che fa discutere da ben 13 anni?
“E' a dir poco sconcertante. È vero che la giustizia non è mai velocissima e il più delle volte è necessario attendere svariati anni prima di poter mettere la parola fine ad una vicenda. Ma in questo caso si è oltrepassato ogni limite. A tacer d'altro, per ben due volte avevamo formalmente richiesto alla competente Procura Generale presso la Corte d'Appello di Brescia l'avocazione delle indagini e ciò all'inequivoco fine di ovviare a quella situazione di stallo processuale che, nonostante tutta l'attività difensiva da noi dispiegata, si era venuta a creare. Purtroppo tali istanze sono state vanificate a seguito di due richieste del pubblico ministero da noi prontamente opposte”.