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Fonte:
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"Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi e la Morte a Cuore Battente" Indirizzo: Pass. Canonici Lateranensi, 22 - 24121 Bergamo (ITALIA)
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COMUNICATO STAMPA
03-Febbraio-2004 N.
03


Tribunale di Bergamo
PIETRO TARANTINO PRIVATO DELLE CURE PER ESSERE ESPIANTATO
OO.RR. di Bergamo – 1989
PRESENTATA OPPOSIZIONE ALLA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE DEL P.M.
A CONCLUSIONE DELL'INCIDENTE PROBATORIO

 

Il PM, Dott.a Pugliese, all'esito delle conclusioni dei periti del Giudice Dr. Storto scaturite dall'incidente probatorio, ha chiesto per la 6° volta l'archiviazione del caso alla quale tempestivamente la parte offesa ha presentato opposizione.

Le avvocate Avv. Nunzia Coppola Lodi del Foro di Bergamo e Avv. Barbara Viale del Foro di Monza, con l'ausilio della Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi e dei consulenti di parte (Prof. Dr. Massimo Bondì, Patologo e Chirurgo generale; Dr. Dario Miedico, medico-legale; Dr.a Maria Luisa Robbiati, anestesista-rianimatrice e Nerina Negrello, presidente della “Lega”), hanno messo in rilievo in tale opposizione le gravissime contraddizioni della perizia dei prof. Merli e dott. Celeste, fra le altre: il mai chiarito interrogativo sul perché la diagnosi emessa al Pronto Soccorso di Vaprio “frattura della base cranica”, evidenziata dai chiari segni della otorragia bilaterale, è stata dalla Neurochirurgia degli OO.RR. di Bergamo volontariamente ignorata e sostituita d'emblée con “frattura di C2” (2° vertebra cervicale) senza elementi clinici di supporto; nonché la  forzatura perpetrata dai periti del GIP di modificare la cartella clinica trasformando il “coma 4-5” in “coma 6” più funzionale alle loro tesi di estrema gravità del paziente, dimenticando fra l'altro che tale coma fu valutato sotto Atropina, farmaco che provoca dilatazione fissa delle pupille e per questo proibito da tutti i testi di traumatologia cranica in quanto falsa la realtà clinica. 

 

Secondo i familiari, Pietro Tarantino fu trasferito in elicottero dal Pronto Soccorso di Vaprio d'Adda alla Neurochirurgia degli OO.RR. di Bergamo solo per destinarlo all'espianto.

Infatti in neurochirurgia fu subito detto alla famiglia che Pietro era morto e fu trattato da morto senza monitoraggi né terapie: sospensione degli antiedemigeni iniziati a Vaprio e abbandono in ipertensione intracranica, iperdisidratazione, gravissima ipossia sotto ventilazione e conseguente ipotensione.

Il giorno dopo fu consegnato alla Rianimazione per la formale dichiarazione di “coma irreversibile”, avvenuta senza il rispetto dei protocolli della legge e, nonostante la energica opposizione della famiglia che chiedeva le cure, espiantato a cuore battente (alcuni organi trafugati).

 

Tanto premesso, le parti offese, presentando l'opposizione all'archiviazione, confidano che il GIP ex ufficio inviti in primis il PM a formulare il capo d'imputazione affinché si possa passare alla fase del processo ove le prove possano ottenere la garanzia del contradditorio.
In subordine, chiedono un nuovo incidente probatorio, affidando l'indagine ad un patologo chirurgo e a un clinico chirurgo più competenti di un medico-legale a verificare:

a)    la diagnosi anatomo-clinica, cioè: sede, estensione e tipo di lesione e relativo trattamento: a tal fine si chiede la riesumazione del cadavere;
b)   se la diagnosi di “frattura della base cranica” fosse stata confermata, il percorso terapeutico sarebbe stato diverso con possibilità di uscita dal coma;
c)    se i trattamenti omessi fossero incompatibili con il trattamento, mantenimento e qualità degli organi che intendevano trapiantare;
e altre indagini utili a chiarire la realtà dei fatti.

Ora il caso passa nuovamente nelle mani del GIP

 

Nerina Negrello
Presidente

 

 

    

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