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poesia di Agnese Cantalamessa, pediatra e poetessa

 

Come gemma intristita
senza linfa,
come seme
che raggelato vento
ha già tradito
e si chiude umiliato
e si rinserra,
tu piccolo Bambino
da carne, mesi e sangue
cesellato, nella culla
materna,
coi due cuori battenti
in armonia
tu piccolo Bambino
che natura forgiò
vivo e incompleto,
indifeso, impotente
e solitario,
non puoi volare
verso il tuo futuro,
sei un uccellino
privo delle ali.
Vorresti forse solo riposare
lontano dalle mani
scrutatrici,
da luci, da rumori,
indifferenza,
lontano da brusii
dei macchinari.
Qualcuno dice
che sei un "caso raro".
Qualcuno aggiunge
"forse un vegetale".
Non hai diritti tu,
solo doveri.
Si può rubare a te,
non sei nessuno.
Disse un giorno lontano
quel Gesù:
"Quello che fate a un bimbo
è fatto a me".

Agnese Cantalamessa,
Roma

 

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